"Sesso con Gratien una sola volta e io ero innamorata": la verità della zingara. Luca Fanfani: "Ribaltata la versione emersa finora"

Il Pm Dioni: il quadro non cambia. In aula anche il frate, ma la nomade cambia parzialmente: mi ha dato 100 euro ma erano anche per i miei amici. Ai carabinieri aveva detto: soldi per stare insieme / GRATIEN IN PROCURA A SORPRESA (FOTO) / LA ZINGARA BERETA IN PROCURA (FOTO)

La zingara Berita in tribunale (Foto Fornasari)

La zingara Berita in tribunale (Foto Fornasari)

Arezzo, 9 febbraio 2015 - "E' vero, ho fatto sesso con lui". La zingara che aveva parlato di rapporti a pagamento con Padre Graziano cambia parzialmente versione in aula e ammette un solo incontro con il frate congolese: "Ci sono andata - spiega nell'aula del Gip Piergiorgio Ponticelli dove si svolge l'incidente probatorio per raccogliere la sua verità - perchè ero innamorata". Una correzione di rotta rispetto a quanto aveva detto con i carabinieri, ai quali aveva parlato di rapporti molteplici ed esplicitamente pagati come sesso mercenario. Ora corregge: ho preso una banconota da cento euro ma era anche per i parenti e gli amici che vivono in casa con me.

Il tutto avviene nel corso di un'udienza tesa, che va avanti per quasi due ore. Bereta Cogljataru ha a fianco un traduttore, perchè lei l'italiano lo mastica poco e forse questo è all'origine di parte degli equivoci. In aula, insieme al suo avvocato Luca Fanfani e all'avvocato del marito di Guerrina (Mirko Alessandrini), Francesca Faggiotto, c'è anche Padre Graziano in persona, arrivato appositamente da Perugia quasi a sfidare la giovane: ripeti quel che mi riguarda davanti al giudice. Alla fine, per il Pm Marco Dioni "cambia poco, il quadro resta grossomodo lo stesso. Non la vede allo stesso modo Fanfani.. "Un interrogatorio irrilevante sulla vicenda: e comunque ne esce ribaltata la versione che era emersa finora sugli organi di informazione". La scomparsa di Guerrina con Bereta Cogljataru, la zingarella rumena che aveva raccontato di aver fatto sesso con Padre Graziano, c'entra poco. Lei era chiamata a confermare, nelle intenzioni della procura, l’esuberanza sessuale del mobaco sospettato. E' cambiato qualcosa? Ci sono state incertezze sui famosi incontri di dicembre? E' l'elemento da chiarire. Padre Graziano ha sempre giurato di non essere mai venuto meno ai suoi doveri di sacerdote, che con la scomparsa non c’era nessuna relazione. Il racconto di Bereta era importante per testarlo. Gli incontri a pagamento, secondo la versione finora filtrata, sarebbero andati avanti per buona parte di dicembre. L’aggancio in un bar di Perugia, la proposta di  sesso mercenario, a casa del sacerdote, nel centro storico. Bereta aveva ammesso che si erano rivisti e avevano fatto ancora sesso. Il frate, raccontava la nomade, pagava con banconote da cento o da cinquanta euro, con ricariche telefoniche o frutta. Ora si tratta di capire quanto e come questa linea sia cambiata. La posizione di Graziano si era fatta di giorno in giorno più difficile ma di prove concrete comunque non se ne erano trovate. Entro  il 25 aprile la Procura dovrà decidere se lasciare libero Graziano, chiedere per lui il rinvio a giudizio o tentare la strada di altre misure cautelari. Prima di decidere saranno sentiti gli altri due testi: Ahmed Elmir, il venditore ambulante del pomeriggio a base di birra del 30 aprile, e a Padre Faustin.