Licenziamenti Bekaert. Parlamentari del Pd a fianco dei lavoratori

Caterina Biti, Laura Cantini, Luca Lotti, Alessia Morani, Dario Parrini e Filippo Sensi hanno chiesto alla multinazionale di fare marcia indietro.

Nubi nere sulla Bekaert

Nubi nere sulla Bekaert

Arezzo, 16 febbraio 2021 - Il Partito Democratico si schiera a fianco dei lavoratori Bekaert. “Non si scherza con la loro vita, non si scherza con gli impegni presi pubblicamente: L’azienda faccia marcia indietro”. Lo hanno chiesto i parlamentari del Pd Caterina Biti, Laura Cantini, Luca Lotti, Alessia Morani, Dario Parrini e Filippo Sensi. In una nota congiunta hanno definito la decisione della multinazionale di procedere con i licenziamenti dei 116 lavoratori rimasti in forza alla fabbrica di Figline, senza prorogare la cassa integrazione, “un nuovo, gravissimo sfregio a dipendenti, territorio, istituzioni e parti sociali che tanto si sono spese per trovare un accordo a portata di mano”.

“Il comportamento irresponsabile della azienda non può passare: il Partito Democratico invita decisamente Bekaert a riconsiderare la sua decisione sbagliata – concludono – tanto più un vista di un percorso di reindustrializzazione che potrebbe rilanciare il settore e il territorio e di una cassa integrazione che sarebbe senza costi per l’impresa”. “Fatto di inaudita gravità, si sceglie di licenziare i lavoratori e distruggere ogni prospettiva di reindustrializzazione reale – aveva detto nei giorni scorsi il segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato Daniele Calosi -. Bekaert ha annunciato il proprio rifiuto ad utilizzare la Cassa Integrazione e quindi di procedere con i licenziamenti dei lavoratori ancora rimasti, 116 in tutto.

“Il rifiuto di Bekaert è un fatto di inaudita gravità – ha aggiunto Calosi – che fa pagare ai lavoratori, nell’ordine, la scelta scellerata dell’azienda di chiudere lo stabilimento, l’immobilismo dei vari governi che si sono succeduti e la decisione di chi ha affossato il progetto della cooperativa Steelcoop Valdarno. Se non c’è un accordo sugli ammortizzatori sociali non può esserci un accordo sulla reindustrializzazione, che dev’essere per tutti, e non arbitraria come sarà una volta che i lavoratori saranno fuori dall’azienda. Non abbiamo mai accettato soluzioni parziali e che prevedono i licenziamenti, non abbiamo mai accettato la mitigation, non lo faremo adesso. Aggiungo, visto che si sta per varare un terzo Governo, dove a quanto sembra potrebbe essere confermato il Ministro Di Maio e comunque sarà presente la sua forza politica per tre volte su tre, che siamo ancora in attesa della grande azienda bielorussa che doveva favorire il piano di reindustrializzazione, come aveva promesso.La vicenda Bekaert – conclude Calosi – ha bisogno di una soluzione che preveda il lavoro per tutti. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Presidente incaricato di prorogare il blocco dei licenziamenti, non accettiamo di sicuro di chiudere le aziende. La politica dei Governi e la Bekaert hanno già preso in giro per troppo tempo i lavoratori e l’intero territorio: adesso basta. Non firmeremo alcun accordo se non ci sarà la proroga degli ammortizzatori sociali. Il Sindacato e i lavoratori hanno già dato un contributo importante alla reindustrializzazione anche attraverso quanto concordato con Laika Caravans, non possiamo fare di più.”. Il tavolo è stato riconvocato per il 18 Febbraio alle ore 12,00.