L'oro torna a splendere: la ripresa trainata dall'export diventa impetuosa

L’ottimismo dell’Ad di UnoAerre-Chimet Benvenuti e anche dei sindacati. Recupero sul miliardo di Pil perso per il Covid. E qualcuno va oltre

Oro

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Arezzo, 29 agosto 2021 - E’ l’ultima domenica di grande esodo. Da domani si torna al lavoro, ma con quale prospettive per l’economia? Bè, certo più serene di un anno fa, quando si facevano i conti della recessione da Covid, che è costata solo ad Arezzo fra gli otto e i dieci punti di Pil, diciamo intorno o poco meno di un miliardo di euro.

Cifra da spavento che tuttavia potrebbe essere recuperata in gran parte alla fine di questo 1921, in cui l’estate si avvia a concludersi in un clima di deciso ottimismo, anche nei due settori portanti della manifattura locale, ossia l’oro e la moda. Eh sì, la ripresa del Pil che in luglio ha fatto gridare al miracolo su scala nazionale (2,7 per cento rispetto al trimestre precedente,, con un trend annuale che a questi ritmi sarebbe ben oltre il 10 per cento) si sente impetuosamente anche in questa provincia che resta la prima o tra le prime d’Italia per valore pro-capite dell’export e della produzione.

Lo dicono anche i dati dell’export in mano alla Camera di Commercio, fermi al primo trimestre (120 milioni in più di export solo per la gioielleria) ma con un’onda lunga che sembra estendersi anche ai mesi successivi, di cui mancano ancora i dati Istat. Non è un caso, forse, che siano ottimisti persino i sindacati.

C’è una crescita dell’occupazione, ammette Alessandro Mugnai, segretario provinciale della Cgil, che si legge in controluce nell’aumento in valori assoluti dei contributi previdenziali. «E’ in corso una vera e propria rivoluzione. Ormai non si si può più ragionare solo per distretti ma bisogna parlare di riorganizzazione delle filiere produttive. Sta cambiando il mondo, la crisi di aziende come la Gkn di Firenze e la Bekaert di Figline dice di un mondo dell’auto che si sta riorganizzando verso l’elettrico. Ed è solo un esempio.

Serve una regia per le risorse che verranno con il Recovery fund». La moda, che significa il distretto di Prada in Valdarno ma anche quelli delle calzature e dell’abbigliamento nel capoluogo, ha ripreso a correre (numeri alla mano), soprattutto con l’export verso la Cina, ormai da un anno, ma adesso si è rimessa in moto prepotentemente anche l’oreficeria, mentre l’oro puro, quello dei tre giganti Chimet, Italpreziosi e Tca aveva già avuto un anno super nel 2020 del Covid per tutti ma non per loro.

«La spinta - dice Luca Benvenuti, amministratore delegato di UnoAerre e di Chimet - viene soprattutto dagli Stati Uniti, dove la domanda galoppa. Anche l’export europeo va bene, è in crescita persino il mercato interno fermo da anni, non tanto con l’oro quanto con la fashion jewellery, la bigiotteria di alto livello». La prova del fuoco verrà con la Mostra di Vicenza, la prima in presenza, che si svolgerà dal 10 al 14 settembre, ma le prospettive sono decisamente rosee. «In alcuni settori siamo già sui livelli pre-Covid», spiega ancora Benvenuti. Dei colossi dell’oro puro c’è da dire solo che le previsioni sono di un’espansione dei fatturati oltre i livelli record del 2020. Il che faipotizzare che il Sistema Arezzo possa superare i i livelli di crescita del Pil nazionali. «Non mi azzardo a tanto - conclude Mugnai - ma il trend fa pensar bene»