Export, trimestre a tutto gas: aumento del 23%, locomotiva oro

I metalli segnano un balzo del 40%, l'oreficeria del 19%. La moda si lascia alle spalle gli scricchiolii del 2018 e riparte forte

L'ingresso di Oro Arezzo

L'ingresso di Oro Arezzo

Arezzo, 12 giugno 2019 - L’accelerata è improvvisa e in qualche modo inaspettata. Il primo trimestre 2019 si è chiuso con un dato abbondantemente positivo per l’export aretino, motore della crescita in Toscana e capace di dare un buon contributo anche alla performance del Centro Italia, l’unica in positivo a livello nazionale. La fotografia ce la fornisce l’Istat nel report trimestrale sull’andamento delle esportazioni in Italia.

A tirare la volata è il settore orafo che stavolta sorprende in senso positivo, anche se ormai ci ha abituato a continui alti e bassi, a riprese impetuose e ad altrettanto rapide cadute. E’ dunque il caso di andare con i piedi di piombo e questa è la linea che trapela anche dalle indiscrezioni della Camera di Commercio. Comunque sia, il balzo in avanti è notevolissimo: il dato aggregato dei metalli preziosi, ovvero dei lingotti non lavorati che vengono venduti all’estero da aziende quali Chimet, Italpreziosi, Tca, Safimet, segna un roboante +40,5% sul quale incide in parte l’aumento del prezzo del metallo (+6%). L’incremento è anche ascrivibile alla domanda in aumento del sistema bancario a livello mondiale.

E’ la Svizzera il principale compratore, 378 milioni (+60,8%) su un totale di 729 milioni di export. Nel primo trimestre del 2018 il volume globale era stato pari a 235 milioni. Cresce considerevolmente anche il comparto oreficeria-gioielleria, quello che più incide sulle aziende orafe aretine perchè grazie al valore aggiunto della lavorazione garantisce un margine di guadagno inevitabilmente più elevato.

Qui siamo al +19%, un risultato legato soprattutto alla ripresa dei commerci con gli Emirati Arabi che acquistano per 140 milioni di euro contro i 101 del 2018, mettendo a segno un incremento del 38%. Viaggia alla grande anche l’export verso gli Stati Uniti (42 milioni, +32,8%) e verso Hong Kong, secondo mercato di riferimento con 80 milioni (+22.1%).

Con volumi assai più ridotti, da registrare anche il quasi raddoppio delle esportazioni verso il Canada (+87%) con quasi 9 milioni di venduto. Se l’oro è la locomotiva, non va trascurato l’apporto del settore moda che nel terzo trimestre 2018 era precipitato a vite, perdendo il 16% nell’abbigliamento, il 26 nella pelletteria, il 21 nelle calzatuure. Adesso invece tutti segni positivi: +11 abbigliamento, +18 calzature, + 5 pelletteria.

La somma delle performance dei vari comparti, porta il guadagno complessivo dell’export al 23%, unica voce negativa riguarda un settore di nicchia come il vino (-11%). Insomma, gli indicatori sorridono ma la raccomandazione generale è quella di usare prudenza, anche per il rallentamento in atto nell’economia europea e in particolare in Germania, tanto più alla luce dell’andamento ondivago delle performance aretine negli ultimi anni. Resta in ogni caso la conferma di un’imprenditoria vivace in un territorio vocato alla manifattura e ai rapporti con il mondo.