Arezzo, 30 aprile 2024 – Ultimo appuntamento per “Possa la mia vita servire”, l’originale rassegna voluta dal Comune di Cavriglia e dalla Materiali Sonori che ha proposto quattro spettacoli "per capire chi siamo”, una forma di teatro civile e di narrazione storica che ha riscosso un'importante accoglienza da parte del pubblico.
Al Teatro Comunale giovedì 2 maggio, alle ore 21 e 30, sarà la volta de “Il corpo” di e con Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino, per la regia di Matteo Marsan e tratto dal romanzo “Solo” di Riccardo Nencini. E’ il ricordo di Giacomo Matteotti e l’omaggio al martire del nascente fascismo, cento anni fa.
Il 10 giugno del 1924 Giacomo Matteotti venne rapito e ucciso per aver lottato, con coraggio e coerenza, contro Mussolini e il fascismo. Un uomo, non un eroe. Giocava coi figli, imprecava, amava. Una tragedia sotto gli occhi del mondo. Al suo fianco la moglie, Velia.
Una storia di uomini, vincitori e vinti, e di donne che accarezzarono le pene dell'anima dei protagonisti di una stagione decisiva per il futuro d’Italia. Le tre attrici (ormai di casa al Teatro di Cavriglia) daranno i volti a quattro figure femminili: Velia Titta, Anna Kuliscioff, Julka Schucht, Margherita Sarfatti. Quattro donne che hanno legato il proprio destino ai loro uomini: Matteotti, Turati, Gramsci e Mussolini. Dentro la Storia con la esse maiuscola, prendono forma le scelte di ciascuna di loro.
Nel periodo che segnerà il passaggio alla dittatura fascista, in cui si consuma il sequestro, l'omicidio e infine il ritrovamento del "corpo” del deputato socialista Giacomo Matteotti, le vediamo agire, pensare, sentire, assumere la responsabilità delle proprie scelte.
“Il corpo” - un’opera di forte attualità proprio in questi giorni di dibattito politico e di rivendicazione dell’essere o non essere antifascista oggi - vuole ricordare l’opposizione solitaria e intransigente di Giacomo Matteotti che, pur battendosi nell’ambito di una democrazia ormai morente, cento anni fa arrivò a pagare con la vita la sua lotta, coraggiosa e coerente contro Mussolini e il fascismo, a difesa di quei principi che oggi sono le fondamenta su cui ogni giorno siamo chiamati a preservare la nostra Repubblica: “uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai”.
Ci sono eventi che cambiano profondamente la storia. Eventi per i quali c’è un prima e un dopo. Il delitto Matteotti è uno di questi.