
Il pubblico in una serata al Kilowatt
Arezzo, 21 luglio 2025 – Sono stati 9 giorni all’insegna della bellezza, della partecipazione e della ricchezza culturale, quelli di Kilowatt Festival 2025, la cui ventitreesima edizione si è svolta dall’11 al 19 luglio a Sansepolcro.
45 gli spettacoli visti di cui 24 tra anteprime, prime assolute, nazionali ed eventi in esclusiva, 54 repliche, 9 concerti, 9 dj-set, 3 laboratori residenziali, la Summer School gratuita su performing arts e digitale, 3 workshop, 1 esposizione fotografica, 1 percorso sonoro, 4 incontri pubblici, 9 sessioni di feedback dei Visionari.
Una proposta culturale varia e ricca a cui l’Associazione Culturale CapoTrave/Kilowatt ha lavorato tutto l’anno: perché i festival hanno gestazioni lunghe, necessitano di finanziamenti per essere realizzati, tessono trame di relazioni, attivano i territori in cui nascono creando posti di lavoro e un vitale indotto di economie e saperi. In attesa di rilasciare i dati “quantitativi” di questa edizione di Kilowatt Festival, Lucia Franchi e Luca Ricci, direttori di CapoTrave/Kilowatt e fondatori della manifestazione dichiarano: “È stato tutto PIÙ. Kilowatt 2025 è stato PIÙ partecipato del previsto e PIÙ vivo che mai.
È stato ricco di bellezza, pensieri, incontri. È stato quello che un festival dovrebbe essere, ovvero un organismo vivo che fa emergere i legami costruiti nei mesi e negli anni precedenti con artisti, cittadini, associazioni, soggetti privati, istituzioni e stampa. In queste settimane di mobilitazione collettiva del settore dello spettacolo dal vivo, successive ai punteggi di qualità assegnati dalle commissioni del Ministero della Cultura per la concessione dei contributi del Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo, noi non abbiamo detto nulla sugli 8 punti ponderati in MENO che ci sono stati assegnati, perché credevamo e crediamo ancora che lo spazio di visibilità vada lasciato soprattutto ai festival e alle compagnie ingiustamente esclusi, però, alla luce dei risultati qualitativi che abbiamo ottenuto con questa edizione, ci prendiamo oggi lo spazio per una breve nota: una commissione che depotenzia un progetto come quello che abbiamo nuovamente dimostrato di saper realizzare dovrebbe farsi delle domande sulla propria capacità di leggere il contesto del teatro e della danza contemporanei in Italia.
Così, di fronte a un metodo di assegnazione dei punteggi e delle risorse che non sa cogliere quel che di vivo accade sulla scena, noi ci impegniamo a essere ancora e di nuovo PIÙ: più forti, più resistenti, più radicati e più radicali, più solidali coi colleghi esclusi, più vicini a chi lavora ogni giorno per creare cose belle e non è mosso da pregiudizi ideologici, ma solo da amore per il teatro e la danza."