
Coronavirus
Arezzo, 13 marzo 2020 - Tradita da un viaggio a Modena. Lì dove il contagio era arrivato prima, se non altro nelle proporzioni nelle quali si era manifestato: e dove si era ritrovata per uno di quei motivi familiari dai quali non puoi esimerti. Al ritorno. il 4 marzo, le linee di febbre, qualche sintomo, il tampone. Ha 60 anni e per la prima volta porta il contagio sulla montagna aretina.
Già era stata sfiorata, ma stavolta atterra a Chiusi, nel borgo arroccato sotto il santuario della Verna. O meglio no: perché Chiusi è un comune dai confini molto vasti e la nuova malata non risulta vivere nel cuore del paese. Comunque al ritorno da Modena si era messa subito in isolamento, immaginando cosa fosse successo.
A questo punto il tampone positivo terrà in casa la sua famiglia e non solo. Sono undici le ordinanze di quarantena firmate dal sindaco Giampaolo Tellini. Che forse sperava che il suo, uno dei paesi più piccoli con appena duemila abitanti, potesse rimanere fuori dalla bufera. Ma il «nemico» non guarda in faccia a nessuno.
«La Asl Toscana Sud Est ci ha informato che nel comune di Chiusi della Verna è stato rilevato un caso di Coronavirus. Si tratta di una donna già in auto isolamento da domenica, dopo essere rientrata da Modena. Abbiamo emesso l’ordinanza di quarantena alle 8 persone del nostro comune che sono entrate in contatto con lei nei giorni precedenti al suo isolamento.
La situazione è sotto controllo» scrive Tellini sul suo profilo Facebook, ormai per tutti i sindaci il tramite diretto coi cittadini e con la comunicazione. E’ in casa, quindi nessun motivo per trasferirla in ospedale: e questo è già un elemento rassicurante, almeno in questa prima fase. Gli altri due casi sono entrambi del Valdarno: la Usl mantiene il riserbo sul comune ma alla fine filtra lo stesso la conferma, si tratta di Loro Ciuffenna.
Una impressione che si era diffusa subito: due gironi fa, quando erano state diffuse notizie poi smentite sui tamponi, c’erano per l’appunto due loresi, una donna di 33 anni e un uomo di 37. Collegati ad uno dei casi del Valdarno, forse a quello di Castelfranco. L’ipotesi più probabile, ma su questo non esistono per ora conferme, è che fossero risultati negativi ad un primo o addirittura anche ad un secondo tampone per poi risultare positivi al terzo. Era successa più o meno la stessa cosa con la moglie dell’imprenditore di Poppi.
Un elemento benaugurante: proprio ieri la donna ha visto un miglioramento delle condizioni. E’ uscita dalla terapia intensiva, dove evidentemente era stata trasferita anche se fino a ieri non ne era stata data notizia, e riportata a malattie infettive.
In generale sono comunque cifre che non cambiano il quadro. «Siamo davanti ad un aumento moderato di casi e tutti con origine non locale» conferma dalla Asl il direttore generale Antonio D’Urso, uscendo da una delle sue infinite giornate massacranti.
La Asl sudest conferma il suo record di persone in isolamento tra i contatti stretti dei casi positivi: 1442, più che nelle altre aziende, segno di una linea di prudenza estrema che evidentemente sta pagando. Perché a ieri, in questo caso la prudenza e la scaramanzia vanno a braccetto, i casi erano 71 contro i 154 della zona intorno a Firenze e i 139 della costa. Il totale dei casi aretini sarebbe arrivato a 19, anche se poi dalle stime ufficiali ci si ferma a 18.
E nel caso del capoluogo le quarantenne sono risalite di poco, da 367 a 373, tutti adulti. I bambini erano e restano 189, quelli della Monte Bianco. Tra loro per ora alcun tampone positivo. Sono in casa, giocano, forse studicchiano, stanno con i genitori. E loro, almeno loro, potrebbero ricordarsi di questi giorni come una vacanza a sorpresa.