TERRANUOVA
Cronaca

Villa confiscata al mafioso Entro l’anno il via ai lavori

La struttura dell’affiliato verrà trasformata in appartamenti per fare fron all’emergenza abitativa. Il sindaco Chienni: "È un procedimento lungo"

di Francesco Tozzi

C’è ancora scritto "Priolo" al civico 39 della frazione Ville. Si chiamava Giuseppe l’affiliato alla ‘ndrangheta che abitava nella villetta all’interno di una tranquilla zona residenziale appena fuori Terranuova, con vista sulle balze. Adesso questo edificio, chiuso ormai dagli anni novanta, verrà ristrutturato e riconsegnato alla cittadinanza, dopo essere stato confiscato nel 2001 e rientrato nella disponibilità del Comune a partire dal 2013. La villetta sarà al centro di un progetto nato per far fronte all’emergenza abitativa, sostenendo le fasce sociali più deboli della popolazione. La Regione Toscana ha finanziato per 260 mila euro il recupero della villetta e per 450 mila euro la riqualificazione del capannone industriale sito in via Poggilupi.

"Sappiamo che il tempo che intercorre tra la confisca dei beni e la riassegnazione agli enti è molto lungo – ha affermato Sergio Chienni, sindaco di Terranuova – e ciò può comportare un deperimento degli immobili stessi. La confisca è però solo un primo passo. Per arrivare all’obiettivo con compiutezza è necessario che venga dato al bene una finalità collettiva e sociale. In questa circostanza la villetta verrà reimpiegata per far fronte all’emergenza abitativa, ossia per quelle famiglie che si trovano in una situazione di disagio economico, in particolare modo i nuclei familiari con minori. Devo ringraziare la Regione per questo atto di sensibilità che non si rivolge solo al nostro comune, ma a tutti quelli che si trovano in situazioni similari e un ringraziamento va sicuramente anche a Libera Valdarno". I lavori di ristrutturazione della villetta inizieranno alla fine del 2022, mentre per il capannone situato vicino al casello autostradale partiranno nel 2023. Gli appartamenti nella località delle Ville necessiteranno di un intervento di ristrutturazione significativo, dal momento che non sono più abitati da decenni. Giuseppe Priolo, infatti, che risiedeva nell’immobile, è morto nel 2012 vittima di un attentato in Calabria e prima ancora ha trascorso del tempo in carcere.

"È stato un percorso molto lungo – ha spiegato Pierluigi Ermini, referente di Libera Valdarno – ma siamo felici che all’interno di questa casa verrà realizzato un progetto dedicato all’emergenza abitativa. Quello che ci preme sottolineare è che in tutta la provincia, se le sentenze in corso passeranno in giudicato, ci saranno molte altre strutture che dal sequestro andranno in confisca. Dobbiamo però chiederci se è necessario aspettare tutto questo tempo per poter restituire alla collettività i beni portati via alle mafie. Combattere la criminalità organizzata significa anche privarla dei suoi beni per concederli ai cittadini nel minor tempo possibile".