Si è levato il cappello davanti a Rondine. E forse per confermare la sua ammirazione e la sua grande voglia di tornarci lo ha lasciato lì. Un panama bianco, di quelli che sfoggiavano orgogliosi Churchill e Khrushchev, Newman e Humphrey Bogart, Truman o Mick Jagger. Alberto di Monaco si è difeso dal sole della cittadella protetto dalla tesa dei vip, poi se lo è dimenticato. Il copricapo è già pronto per essere rispedito ma il presidente di Rondine Franco Vaccari ci gioca sopra con affetto. "Eh, gli scriverò che ho in ostaggio il suo cappello, così sarà costretto a tornare". Ma sa per primo che il principe non se lo farà dire due volte. "Certo che tornerò" ha scandito con entusiasmo tra i vicoli del borgo alle porte di Arezzo. E per non lasciare adito a dubbi ha già invitato una delegazione a Montecarlo: il presidente ma anche i ragazzi. A cominciare da Michelle, ventenne mediorientale, talento della diplomazia, che ha pranzato con lui, su una tavola dove troneggiava una straordinaria composizione di legno e il cui racconto gli è rimasto nel cuore. Tanto da dimenticarsi il panama.
"Ci abbiamo scherzato sul cappello, è il mio copricapo preferito". Vaccari un po’ gioca da principe, al feeling sulle tese realizzate con fibre ricavate dalle foglie di una pianta, ne aggiunge un altro: il sigaro toscano. "Gli ho chiesto il permesso di fumarlo, lui ha confessato che è una sua passione". Ma forte come un regnante, ha respinto con cortesia il "toscano" allungato da Vaccari. "Il mio impegno è di fumarne solo uno al mese". Dietro gli scambi di cortesie gli echi di una giornata rimasta nella storia di Rondine. "Mi ha assicurato l’intenzione di confermare ma anche rafforzare il suo impegno per la cittadella". E visto che i principi hanno una parola sola, lo ha scritto nel registro. "I miei ringraziamenti per la calorosa accoglienza che mi è stata riservata dagli studenti e dall’intera Direzione del campus di Rondine cittadella della Pace. I miei complimenti per l’Eccezionale lavoro svolto. Il Principato di Monaco resta fermamente impegnato al vostro fianco nella promozione della Pace e del rispetto dei diritti umani in tutto il mondo". In calce la firma, con una bella scrittura in corsivo, secondo uno stile che i computer non hanno sepolto per sempre. E occhio alle maiuscole: il principe marca la "Direzione", forse per rispetto al nuovo amico, ma anche la Pace e soprattutto il giudizio sul lavoro svolto: "Eccezionale". Già il principato sostiene alcune borse di studio, non è avventato immaginare che questo impegno vedrà un’accelerazione. In tandem con La Verna, dove Alberto era stato il giorno prima, ripercorrendo i passi storici di mamma Grace. "Partendo dalla Verna - racconta Franco - ha assicurato di aver capito meglio Rondine".
E non solo perchè il presidente lo ha portato come sempre davanti al monumento che coniuga i destini della cittadella, di Camaldoli e del monte santo. "Ha colto come nelle Stimmate ci fosse la sintesi del dolore del mondo, sublimata da Francesco. Un dolore che la stessa Rondine raccoglie ma prova a trasformare in una nuova carica positiva". La stessa che emana da quel cappello lanciato dal principe sul borgo e che per ora resta lì, quasi a voler dimostrare che a volte non c’è niente di più reale (o forse regale) di una favola.