"Vescovo, un amico in pantaloncini" Il sindaco di San Miniato racconta

"Migliavacca dal pub allo stadio: taglio francescano". I più negano: "No, non se ne andrà". Domani l’annuncio

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di Alberto Pierini

"Sgarbi si è presentato a sorpresa come fa lui: ho chiamato il Vescovo e lui è corso in maglietta e pantaloncini ad aprirgli il museo diocesano". Simone Giglioli è il sindaco di San Miniato: e ancora si rifiuta di credere che Andrea Migliavacca se ne andrà. "No, non ci voglio neanche pensare: qui perdiamo un punto di riferimento". Eppure gratta gratta andrà proprio così: a meno di sorprese non clamorose ma di più all’annuncio ufficiale di mezzogiorno. Perché domani a quell’ora Arezzo conoscerà comunque il nome del suo nuovo Vescovo, su questo non ci piove, anche se le previsioni meteo non sono un granché. E 99 su 100 quel nome sarà Migliavacca.

Sulla linea del sindaco c’è anche il clero. Che si attacca ad una speranza: a ieri ancora non era stato convocato in Cattedrale per l’annuncio. Perché sarà a mezzogiorno anche lì, nella cattedrale di San Miniato. Ma è un ritardo che ha un senso: se fosse stato fatto negli stessi tempi di Arezzo il segreto proverbiale di questi passaggi sarebbe saltato come un tappo. Due diocesi, due annunci, due inviti: e due più due in genere fa sempre quattro. E così Giglioli accetta con cortesia di raccontare l’amico anche se conta di poter proseguire la collaborazione ancora per tanti anni.

"Com’è? Una persona benvoluta da tutti, un compagno di strada, che in linea con la sua età non si formalizza e vive tra la gente". Se possibile in maglietta e pantaloncini. Non solo quando arriva Sgarbi ma anche la mattina. "Ama fare lunghe passeggiate e lo vedi sfilare in tenuta sportiva". Ma è solo una delle tante immagini che Giglioli dischiude da quel presente che sta per diventare passato.

"Appena arrivato qui si fermò con i giovani a bere una birra in un pub, il locale storico di San Miniato". Riprende un filo che avevamo lasciato ieri. E non solo quello. " Ogni anno c’è l’aperitivo in piazza del Duomo: invita tutti i giovani, lui al centro, spesso sono andato anch’io". Ma non di sole feste vive il personaggio. "Vedo nella sua azione un taglio francescano, lo cogli da ogni scelta".

Non si avventura a raccontarne lo stile pastorale, perché fa un altro mestiere. Ma ti inanella mille momenti di vita. "Nelle aziende in crisi è sempre tra i primi ad arrivare. E così nelle serate culturali, al cinema, al teatro". Con una predilezione per alcuni momenti.

"Non si è mai perso le cerimonie degli auguri alle coppie delle nozze d’oro o di diamante, organizzata dal Comune. O i riconoscimenti a chi compie 18 anni. O all’apertura della mostra mercato". Giglioli apre le pagine della vita di San Miniato e le scorre lui per primo.

Fino allo sport. "Non è raro vederlo allo stadio ma il top lo ha raggiunto nel basket: è venuta a giocare qui la squadra della sua città, Pavia. E lui ha tifato per i nostri". Un po’ l’approccio di Riccardo Fontana, il Vescovo del quale sembra destinato a prendere il posto. "E’ questa ormai la mia terra" esclama quando gli parli di Arezzo e del suo futuro: ed è qui che resterà a vivere. Semmai l’incertezza è appesa ai tempi della staffetta. Domani di Migliavacca in Cattedrale risuonerà solo il nome, insieme alla prima lettera agli aretini, i fedeli e non solo. Il resto è anche legato alla scelta del suo successore a San Miniato. "Mi auguro almeno possa rimanere fino a dicembre, c’è il Giubileo per i 400 anni della Diocesi".

Giglioli ci prova ma l’ipotesi sembra remota: al massimo l’insediamento potrà arrivare a novembre, non oltre. E solo dopo allora lo potremo vedere in maglietta e pantaloncini cambiare il percorso della passeggiata. "E’ un Vescovo che non resta in chiesa: va fuori a cercare la gente e i fedeli". La stessa linea di Fontana, la linea del Concilio. Andrà a vivere a San Domenico e magari incontrerà il successore spesso proprio sulle strade del centro: e pazienza se non avrà pantaloncini e maglietta.