
Maurizio Fazzuoli sotto le Logge
Arezzo, 23 aprile 2021 - Da lunedì, zona gialla permettendo, bar e ristoranti potranno riaprire. Si potrà mangiare all’aperto ma resta il coprifuoco fino alle 22. Ma le modalità non soddisfano i ristoratori, tanto che Maurizio Fazzuoli, titolare dello storico locale ‘La lancia d’oro’, sospira: «In realtà siamo tristi, ormai non se ne può più. La previsione di chiudere la sera alle 22 presenta vari problemi: se bisogna mangiare di corsa non è più un piacere.
Prima della chiusura ci sarà assembramento, perché tutti vorranno pagare per andare via. Avremmo preferito controlli costanti, anche tutti i giorni, sul rispetto delle regole e del distanziamento. Ma così, praticamente, siamo tutti condannati all’apericena. Mangiare fuori non mi sembra il massimo con queste temperatura, e poi cosa fanno i colleghi che non hanno posti all’esterno? Si sarebbero potuti trovare altri modi: stabilire delle distanze per la consumazione all’interno, prevedere sistemi di areazione, ad esempio. Ci saremmo messi in regola, come avevamo già fatto lo scorso anno con il plexiglass».
Altrettanto critico Luca Scoscini, di ‘Essenza Dario e Anna’, che benché si dichiari felice per le riaperture «il nostro lavoro è una vocazione, stare chiusi significa toglierci un pezzo di vita», non risparmia bordate definendo il nuovo decreto «una farsa. Il coprifuoco è assurdo. Abbiamo già avuto la riprova, quando eravamo in zona gialla e si poteva stare aperti fino alle 18, che aumenta gli assembramenti. Io stesso ho denunciato più volte raggruppamenti oltre il consentito. Discorso diverso sarebbe stato prevedere di non far entrare nessuno nel locale oltre, ad esempio, le 21,30.
I clienti avrebbero avuto il tempo per finire la cena con calma, inoltre sarebbe stato un deterrente contro l’evasione fiscale: la ricevuta sarebbe servita a dimostrare di essere stato al ristorante, in un eventuale controllo».
Parla di incubo Luca Fabianelli, titolare dell’Antica Fonte, che valuta addirittura la possibilità di non aprire: «Per solidarietà ai miei colleghi che non hanno uno spazio esterno. Ma poi mangiare fuori ad aprile o maggio, ma anche giugno o luglio, non è gestibile. Che succede se piove? Non posso far entrare dentro i clienti, li mando via?
Se ho un tavolo prenotato ma poi mi viene disdetto perché le previsioni meteo non sono buone, butto via quello che ho comprato? Per non parlare della chiusura alle 22, uno scandalo che, tra l’altro, impedisce definitivamente a una persona di Sansepolcro di cenare ad Arezzo e viceversa».
Aspre critiche al nuovo decreto anche da parte di Federico Vestri, ristorante Crispi’s: «Non siamo per niente contenti. Intanto, si creano disparità tra le diverse attività: chi non ha spazio fuori è destinato a morire? Quando piove come facciamo? Con il coprifuoco alle 22, inoltre, si toglie tutto il senso all’andare a cena fuori: non ci si può rilassare, non si può vivere la socialità, alle 21,30 devi aver pagato il conto per poter essere in casa alle 22. Mi sento preso in giro».
Un grido di dolore unanime, insomma, raccolto dalla Confcommercio che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione a Firenze e che nelle ultime ore è tornata a farsi sentire