REDAZIONE AREZZO

Un’avventura partita da un negozio di pasta e che ha scalato il mondo

"Da qui in tutto il mondo", o anche "Pasta Buitoni, pasta di casa mia". Erano gli slogan che campeggiavano sui caroselli Tv degli anni ’60 e ’70, gli anni d’oro di un’azienda che ha creato benessere economico e sociale a Sansepolcro. E alla pasta secca si aggiungevano le fette biscottate, i melba toast, la grande scommessa degli omogeneizzati per i bambini e l’eccezionale successo dei biscotti Nipiol. Il tutto in uno stabilimento arrivato a impiegare 1700 maestranze (senza contare il florido indotto), che dall’operaio al dirigente gonfiavano il petto nel dire: "Lavoro alla Buitoni".

Lo spirito di appartenenza era forte e Sansepolcro era una città-azienda, che garantiva lavoro anche a una bella fetta di vallata dalla vasta struttura di Porta del Castello. Una storia iniziata nel 1827 daiconiugi Giovanni Battista Buitoni e Giulia Boninsegni e al loro piccolo negozio di pasta, la cui produzione si affianca a quella di cioccolato e dolciumi quando, insieme a Luisa Spagnoli, alla fine del 1907, Francesco Buitoni costituisce a Perugia la "Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti", che diventerà poi "La Perugina - Cioccolato e Confetture". Sarà poi Giovanni Buitoni, figlio di Francesco, ad acquisire i pacchetti azionari nel 1927, mentre il fratello Marco diventa consigliere delegato: la società è dunque in mano al ramo perugino della famiglia, dopo le dimissioni di quello biturgense. Nel 1934, viene creata la prima filiale all’estero, in Francia, e nel 1939 Giovanni Buitoni si trasferisce negli Usa, dove apre un negozio Perugina a New York.

La necessità di coordinamento delle attività italiane ed estere di Buitoni e Perugina, che da tempo hanno intrecciato i propri destini, si concretizza nel 1969 con la nascita della Ibp (Industrie Buitoni Perugina), quotata in Borsa. L’ascesa della Buitoni si ferma nella seconda metà degli anni ’70, problemi finanziari e organizzativi e altri concorrenti; la vera crisi è però quella degli anni ’80: Bruno Buitoni va alla ricerca di un partner e nel 1984 sembra fatta con Danone, non fosse per la superiore offerta di Carlo De Benedetti; la Ibp passa quindi alla Cir, anche se per poco: il fallimento del progetto De Benedetti porta nell’88 la Buitoni nelle mani di Nestlè, nuovo stabilimento a Santafiora. Orta l’epilogo di una storia avvincente e che ha segnato Sansepolcroi, che con la Buitoni perde la sua "Fiat".

Claudio Roselli