
Non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Anzi, se possibile l’idea è di raddoppiare subito. E’ lo spirito, anzi il santo spirito, con cui i trionfatori della Giostra hanno festeggiato la loro lancia d’oro numero 38. Quella che li ha portati in cima all’albo d’oro, sia pur in condominio di Porta Crucifera. E che ha ripreso subito il filotto di vittorie.
Già dalle 129 San Jacopo è gialla e blu in tutte le sue parti. Dai manifesti, dalle bandiere, fino all’apparecchiatura, piatti, posate e bicchieri, che sono tutte monocromatiche.
La movida si incrocia con i vessili, il look da serata mondana con quelli del tifo. Che poi esplode al momento dell’ingresso dei protagonisti. Uno alla volta, come nelle passerelle americane. Fino al rettore Ezio Gori, che entra con la lancia in pugno, maneggiandola con una familiarità che viene dalle catene dei successi.
Fino ai giostratori. Elia Cicerchia entra nel suo stile, tra ingenuità e orgoglio, sgranando gli occhi come se fosse stupito di ritrovarsi in un clima del genere. Gianmaria Scortecci si fa largo con gli occhiali da sole, che si sfila con un gesto quasi da attore. Intorno gli inni, gli applausi, i fazzoletti roteati come nei matrimoni. E nello stile dei matrimoni c’è anche la grande torta da tagliare in due: anzi, in questo caso in tre, i protagonisti di un’impresa che si ripete negli anni. Proprio come le feste in piazza San Jacopo. Il copione è quasi lo stesso.
E viaggia dai filmati che ricordano i successi, alle passerelle nel centro della piazza: alle foto di rito, davanti alla grande torta con i colori giallo e blu e al centro la foto dei due vincitori, ripresi dalla terrazzina dei Bastioni nella notte della vittoria. E la febbre della foto si estende a tutti i tavoli. Dove i tifosi si scattano selfie a ripetizione, un po’ tra loro e un po’ sullo sfondo del tavolo centrale, quello dei protagonisti. In un tavolo gli altri rettori, secondo lo stile migliore della Giostra: invitati alla festa dei rivali. L’unico tavolo dove la vittoria di settembre cerca di trovare nuovi padroni.