REDAZIONE AREZZO

Un anno fa la tragedia del Boeing con la morte dei due coniugi di Sansepolcro

Carlo Spini e Gabriella Viciani, diretti quel giorno a Juba, verranno ricordati in forma strettamente privata

Carlo Spini e Gabriella Viciani: avevano realizzato un ospedale a Juba aperto a novembre

Arezzo, 10 marzo 2020 - È trascorso un anno esatto dalla tragedia del Boeing 737 della Ethiopian Airlines, nel quale persero la vita 157 persone. Fra le otto vittime italiane, c’erano anche i coniugi Carlo Spini e Gabriella Viciani di Sansepolcro, entrambi 76enni e pensionati rispettivamente dalle professioni di medico e infermiera, che avrebbero dovuto raggiungere Juba, capitale del Sudan del Sud, dove stavano per definire gli ultimi dettagli in vista dell’inaugurazione dell’ospedale per la cui realizzazione avevano lavorato tantissimo in qualità di presidente (lui) e di consigliere (lei) dell’associazione Africa Tremila, rappresentata nella circostanza anche dall’altra vittima, il bergamasco Matteo Ravasio. Ma quel volo, partito da Addis Abeba, durò soltanto sei minuti: alle 8.44 di domenica 10 marzo, l’aereo scomparve dai radar, precipitando vicino a Bishoftu, ad appena 62 chilometri dalla capitale etiope. La notizia del disastro non tardò ad arrivare in città: già nel primo pomeriggio, si era sparsa in tutti gli ambienti e poi anche i telegiornali nazionali si soffermarono in serata sulle vittime italiane. Soltanto dopo sette mesi, attraverso le tracce del dna, fu possibile individuare i resti dei due corpi, rientrati in Italia il 17 ottobre, giorno nel quale si sono tenuti anche i funerali in cattedrale. Nel frattempo, il 9 novembre scorso l’ospedale di Juba è stato inaugurato e intitolato “Three Angels Health Center” (centro salute dei tre angeli), proprio per ricordare Carlo, Gabriella e Matteo. Per oggi è previsto un ricordo in forma strettamente privata dei coniugi Spini.