Caso di tubercolosi in ospedale emerge dopo mesi: richiamati tutti i ricoverati di maggio

Profilassi per chi avesse incrociato il malato. Ma la contagiosità è giudicata comunque molto bassa

Accertamenti in laboratorio (Archivio)

Accertamenti in laboratorio (Archivio)

Arezzo, 17 dicembre 2017 - Allarme tubercolosi in Casentino: l’Asl richiama per il test tutti i pazienti ricoverati nel reparto di medicina di Bibbiena durante il maggio scorso. L’allarme è partito in seguito ad un casentinese risultato positivo al test solo a novembre. L’uomo era stato ricoverato a maggio in ospedale per complicazioni polmonari, ma il suo quadro clinico non faceva pensare ad una caso di tubercolosi.

Solo ad ottobre, quando le sue condizioni sono peggiorate, uno specifico esame fatto da un test rapido (che ha l’obiettivo di individuare la contagiosità) e da un test sulla coltura del batterio (che accerta la malattia con tempi molto più lunghi) ha confermato la diagnosi. L’uomo tuttavia è risultato positivo solo al test sulla coltura, dimostrando un basso tasso di contagiosità. L’Asl prudentemente ha voluto richiamare tutte le persone ricoverate in quel periodo per provvedere così alle cure, scatenando una piccola psicosi.

La malattia infettiva ha tempi di incubazione lunghi, si parla di almeno tre mesi. «La certezza della diagnosi l’abbiamo avuta solo a novembre – ha spiegato Danilo Tacconi infettivologo del San Donato dove l’uomo è ricoverato – ma già due mesi fa non era contagioso infatti il test rapido era risultato negativo, è facile quindi immaginare che lo fosse ancor meno a maggio. Abbiamo richiamato tutti i ricoverati di quel periodo, ma mi sento di poterli rassicurare: il rischio di contagio è davvero basso».