
La scena dell'incidente
Arezzo, 10 novembre 2019 - Una tragedia che ha tolto il fiato alla città. Una tragedia che va capita in ogni suo dettaglio ed è per questo che la Polizia Locale, coordinata dal pubblico ministero Andrea Claudiani, sta lavorando pancia in terra per capire come le cose siano andate. Si parte dal presupposto che sia stato il Suv Qasqai a invadere la corsia opposta e a impattare contro l’utilitaria di Helenia Rapini non dando scampo alla ragazza.
La mancanza di tracce di frenata sull’asfalto della via comunale di Ristradella, pone ulteriori domande a cui i vigili stanno cercando di dare una risposta. La dinamica, infatti, fa dunque pensare a un’improvvisa sbandata che si cerca di ricostruire senza trascurare alcuna ipotesi. Ad esempio la Polizia Locale sta indagando sul versante del telefonino cellulare attraverso il vaglio dei tabulati, anche questa è soltanto una delle direzioni che ha preso l’indagine.
Il lavoro è delicato, complesso e soprattutto mirato a fornire una base certa all’inevitabile iter giudiziario che vedrà coinvolto il conducente del Suv, rimasto ferito in modo grave e ancora ricoverato in prognosi riservata al policlinico senese delle Scotte. L’uomo, aretino di 46 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale, ovviamente atto dovuto per legge quando di mezzo c’è un incidente che ha provocato una vittima.
Ma anche il verdetto dell’autopsia disposta dal pm Claudiani, sarà elemento importante nel processo ed è a questo scopo che il magistrato ha dato l’incarico all’equipe di medicina legale dell’università di Siena. Le indiscrezioni sembrano profilare il fatto che Helenia Rapini non avesse allacciato la cintura di sicurezza e che il violento urto l’abbia così scaraventata sul montante provocandole lo schiacciamento del torace, prima causa di morte. Ieri pomeriggio intorno alle 17 gli agenti della Polizia Locale hanno ascoltato in caserma alcuni testimoni, comprendendo in essi i primi soccorritori: vigili del fuoco e operatori del 118.
E’ questa, in molti casi, la fonte principale di notizie e quindi di elementi utili all’inchiesta: la posizione delle auto, le tracce sull’asfalto, la disposizione dei detriti, eventuali dichiarazioni rilasciate da chi avesse visto qualcosa. Non tutti però erano addetti ai lavori: in caserma è stata ascoltata anche una persona, testimone oculare, che potrebbe aver fornito indicazioni importanti.
Naturalmente è stretto il riserbo: bocche cucite e nessuno si fa scappare un fiato data la complessità dell’indagine e le disposizioni ferree impartite dal magistrato inquirente. Tutto ciò, purtroppo, non potrà ridarci Helenia né fornire alla famiglia un minimo di consolazione dopo questa ondata tragica che l’ha travolta.
Unico conforto è stata la grande testimonianza di affetto che si è manifestata nel nome di una ragazza definita da tutti dolce e solare, amante degli animali e dei cani in particolari, dipendente part time dell’Enpa ma anche volontaria. E in tanti accorreranno domani alle 10,30 nella chiesa parrocchiale di Saione per seguire la cerimonia funebre e dare ad Helenia l’ultimo saluto.