Terapia d’urto sulle strade a pezzi Tarlati e Giotto ma la tangenziale no

Piano d’emergenza anti-buche da tre milioni: ci sono via Anconetana e via Michelangelo. L’ingorgo di settembre

Terapia d’urto sulle strade a pezzi  Tarlati e Giotto ma la tangenziale no

Terapia d’urto sulle strade a pezzi Tarlati e Giotto ma la tangenziale no

di Alberto Pierini

In via Tarlati e via Anconetana entro l’estate si potrà giocare a biliardo senza rischio di finire in buca, su viale Don Minzoni no. Parte la terapia d’urto per le strade uscite a pezzi dalla stagione autunno-inverno. Il quadro lo conosciamo: ci sono situazioni decisamente compromesse e altre che forse con una manutenzione ordinaria possono riuscire a riprendersi. E il Comune, sollecitato anche dalle proteste dei cittadini e dalle segnalazioni a pioggia ai numeri dedicati, ha deciso di rompere gli indugi.

Lo fa con l’assessore Alessandro Casi, il titolare anche della manutenzione, e con i suoi tecnici. Insieme ai quali ha definito la lista delle priorità. Operazione non facile, perché lì dove tutti hanno fame è complicato decidere chi cominciare a servire.

Anche se in ballo c’è un investimento da tre milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno.

Due situazioni vengono prese subito per le corna: quelle di via Tarlati e di via Anconetana. La prima perché una delle arterie a maggiore presenza di mezzi, la seconda per le sue condizioni. Dopo i ritocchi al piano triennale dei lavori pubblici, entrambe entrano in corsia di sorpasso. Con via Tarlati ci sono anche le strade limitrofe: e nello stesso pacchetto c’è anche via Bruno Buozzi, ma limitando l’intervento al perimetro reggistrade. E interventi perimetrali sono previsti a ridosso di due grandi cantieri: la doppia canna del Baldaccio e via Fiorentina. In entrambi i casi qualunque intervento risolutivo va rinviato al termine dell’opera pubblica ma intanto restano margini eclatanti e sui quali intervenire d’urgenza.

Nel pacchetto della manutenzione ordinaria, quella cioè che si limita ad asfaltare il manto stradale in attesa di tempi migliori, c’è di tutto: via XXV Aprile, via Perelli, via Vittorio Veneto dopo la piazza e in uscita dal centro. E ancora alcuni viali a ridosso dell’ospedale, via De Gasperi, via Po, via Cecchi, via Pasqui, via X Dicembre. E due pezzi forti: via Giotto e via Signorelli. Ma in tutti e due i casi non al completo: per il Giotto il tratto più compromesso è quello che va dalla rotatoria di via Tricca fino alla piazza, in un balletto costante tra le radici dei pini. Sempre in questo pacchetto ecco il tratto di via Chiari, da via Calamandrei fino alla ferrovia.

"Puntiamo a concentrare – spiega Casi – buona parte di questi interventi nella prima parte dell’estate, quindi entro la fine di luglio". Ma ci sono bocconi ghiotti che non potranno che scivolare a settembre massimo ottobre. Tra cui via Trento e Trieste e viale Michelangelo, il lato della tangenziale interna messo peggio, essendo stata completata via Pier della Francesca. "Settembre è un mese critico per il traffico in centro: cercheremo di creare meno disagi possibili". Comunque di sicuro meno di quelli che le buche stanno creando da mesi.

Dall’elenco resta fuori per ora il percorso più critico: viale Don Minzoni, ovvero la tangenziale. Malconcia dall’Uci Cinema alla Casentinese ma addirittura inguardabile sul cavalcavia della Lebole, a ridosso del raccordo, in entrambe le direzioni. "Ci sono cantieri che incrociano quel tratto, al massimo potremo fare quelli di urgenza sulle situazioni più difficili". Insomma toppe, la terza via tra l’asfaltatura superficiale e quella profonda, e duratura, già sperimentata in alcuni tratti, come quello di via Tricca.

"Il problema è che i costi delle materie prime sono lievitati e in qualche caso raddoppiati".

E vanno moltiplicati su circa 750 chilometri di strade. La terapia d’urto coinvolge oltre trentamila metri quadrati. Gli altri sono in cerca d’autore.