Sulle tracce dei senzatetto I rifugi nel gelo di gennaio

C’è ancora chi rifiuta il riparo nel dormitorio invernale offerto dalla Caritas. Dai giacigni della Cadorna alle aziende dismesse ai portici del quartiere bene

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Tiziano è l’unico senzatetto con un tetto fisso: e da qualche giorno perfino con i vetri alle finestre. E’ lui, Tiziano Birra, il clochard che da anni vive in una roulotte, parcheggiata nel giardino di una scuola, su un terreno della Provincia. La sua casa gliel’hanno presa a sassate, e sotto Natale, tanto per non passare inosservati. Ma continua ad avere amici: hanno fatto una colletta e gli hanno rimesso le finestre, che pur in una roulotte d’inverno non sono poi così superflue. Ma i suoi "colleghi"?

Nessuno come la polizia municipale conosce i percorsi dei senzatetto. Un po’ perché i vigili vivono la città a tempo pieno, sempre più impegnati sulle strade e sempre meno in ufficio. E un po’ perché sono costretti spesso a intervenire per aiutare chi è in difficoltà. O provare a convincerlo ad accettare riparo. Che in effetti c’è, il dormitorio della Caritas a S.Domenico, un vero patrimonio umano. Ma ancora diversi sono restii. O magari, come nel caso di Tiziano, hanno un cane e non vogliono assolutamente abbandonarlo.

"Rispetto a qualche anno fa – ci conferma il comandante Aldo Poponcini – ce ne sono meno al giro e c’è maggiore disponibilità ad accettare l’offerta di un letto". Ma ancora girando le strade se ne trovano, perfino quando la colonnina del mercurio scende sotto lo zero.

La ex Cadorna resta uno dei ripari più gettonati: sia all’ingresso da via Petrarca, nel corpo di guardia quasi più presidiato di quando l’area era una caserma, che sotto il loggiato delle palazzine, lì dove si aprono gli uffici dello sportello unico. Non più per fortuna sulla scala di emergenza esterna, lì dove un paio di anni fa un clochard era stato trovato morto di freddo. Proprio come Cristiana, l’allevatrice di cani di Badia, ma su una grata di ferro invece che sulla neve.

Un altro posto fisso, nei controlli della municipale, è quello di via XXV Aprile, tra le palazzine del quartiere bene: dal lato opposto al Baco d’Oro, sotto i porticati che conducono agli spazi interni dei condomini. Poi ci sono le aziende dismesse. Pochi giorni fa è scoppiato un incendio alla ex Konz, dentro giacigli di fortuna e coperte. Poi ci sono i cantieri aperti, in situazioni che possono creare dei pericoli a chi li usi come "ostello". Ma è difficile prevederlo: gli ospiti si muovono sotto la spinta dei controlli, spostando spesso la loro "residenza". C’è chi si accomoda sulle griglie esterne, sfruttando il filo di calore che filtra.

C’è chi ancora approfitta dei portici aperti: in piazza Giotto, in via Roma, subito dietro in piazzetta sopra i Ponti. Una sorta di città parallela, che si anima solo di notte. Invisibile. O che magari preferiamo non vedere.

Alberto Pierini