REDAZIONE AREZZO

Storie d'amore (non a lieto fine) con il Viaggiatore Immaginario

Serata di letture e musica venerdì 29 aprile al Circolo Artistico per chi "non visse felice e contento"

bracciali

Arezzo 27 aprile 2016 - DIMENTICATE la frase «e vissero felici e contenti», non sarà questo il tema della nuova serata letteraria organizzata dalla libreria «Il viaggiatore immaginario» di Giampiero Bracciali venerdì alle 21,15 al Circolo Artistico in Corso Italia ad Arezzo. Le voci di Andrea Biagiotti e Giannina Raspini e le musiche di Matteo Trimigno ci parleranno di «Storie d’amore» ma con un sottotitolo che non lascia dubbi «non a lieto fine». «Quelle a lieto fine possibilmente si vivono, quelle non a lieto fine si leggono» spiega Bracciali giusto per rassicurare il pubblico. Storie scelte tra le pagine di autori famosi e non, a parte la presenza ormai fissa di Stefano Benni «che è come l’aspirina, fa bene a tutti e non ha controindicazioni». La scelta del tema dell’amore per Bracciali è stata quasi obbligata: «nel nostro viaggio di condivisione della letteratura con i lettori non potevamo ignorare le storie d’amore che fanno parte di tutti, anche di quelli più sfortunati o solitari». Persino di quella di August Zollinger, lo stampatore di Pablo D’Ors, che finirà i suoi giorni in uno dei luoghi più solitari del pianeta, in un casello della ferrovia del tratto Praga-Vienna con il compito di azionare lo scambio. Anche lui riuscirà a vivere la sua storia, al telefono, con una centralinista che ogni giorno chiama e dice «pronto» e lui risponde sempre e solo «pronto» finché riuscirà finalmente ad abbandonarsi e ad aggiungere «il mio nome è Zollinger». Certo le storie d’amore a lieto fine sono rassicuranti ma la letteratura, richiama all’ordine Bracciali, ha il compito di inquietare. Ma forse non ci crede del tutto nemmeno lui visto che anche questa serata in realtà finirà bene: «Dopo tanti abbandoni, lasciti, tradimenti, pene, anche noi abbiamo ceduto alla debolezza del lieto fine celebrando nell’ultimo racconto la grande attesa d’amore di Florentino Ariza nell’Amore ai tempi del colera, non potevamo ignorare quel finale». Niente di serio, per carità, perche di amori finiti si può anche ridere e ironizzare e poi i saggi ci dicono che non è importante come l’amore finisce, ma come si vive. E così spunta un secondo finale firmato Gianni Celati che ci racconta di un professore che si innamora della sua allieva, viene cacciato e decide di vivere in totale solitudine leggendo libri. Lo ritroveranno morto tra montagne di libri che correggeva perchè tutti finissero bene, l’ultimo era Madame Bovary che, nella sua stesura, non muore ma guarisce e si riconcilia con il marito. Non neghiamolo, siamo un popolo di inguaribili romantici.