REDAZIONE AREZZO

Sovrintendente sospesa dall'incarico: è a processo per abuso d'ufficio e concussione

La misura cautelativa disposta dal ministero per Anna Di Bene è fino a nuovo ordine ma lei avrebbe già impugnato il decreto. Ente paralizzato "per colpa di un muretto"

LA NUOVA DIRIGENTE Anna Di Bene ha lasciato la sede perugina della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell’UmbriaDi Bene Anna Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici del’Umbria

Arezzo, 23 febbraio 2019 - L’atto firmato dal direttore generale del ministero dei beni cuilturali, Marina Giuseppone, è arrivato alla diretta interessata, la soprintendente Anna Di Bene, l’altro ieri. Proprio dopo la prima udienza del processo che la vede imputata per abuso d’ufficio e concussione. Il decreto ministeriale è una scarna paginetta, concisa ma pesante nelle conseguenze. Il ministero ritiene che «ci siano gravi motivi di opportunità per procedere alla sospensione dall’incarico di soprintendente».

Anna Di Bene, dunque, è sospesa cautelativamente fino a nuovo ordine governativo. Il decreto non prevede nessun termine, né legami diretti con il processo. Ma è chiaro che i «gravi motivi» riguarderebbero proprio il procedimento. Che è partito il 20 febbraio con l’ammissione delle prove; la prossima udienza è fissata tra qualche settimana.

Anna Di Bene avrebbe già impugnato quel decreto, inviando al ministero una diffida per la revoca di autotutela. In caso la diffida non venisse accolta, è pronta a presentare ricorso al giudice del lavoro. Tra l’altro, il suo medico le avrebbe consigliato di sottorsi a pochi stress per il suo stato di salute. E le mancherebbe solo un anno alla pensione.

Una vicenda surreale,la definisce l’avvocato Enrico De Martino. Prima di tutto per le conseguenze: da due giorni Anna Di Bene, soprintendente alle Belle arti e al paesaggio delle provincie di Siena, Arezzo e Grosseto, è sospesa dal suo incarico, in attesa di giudizio. E dell’epilogo del processo, al tribunale di Siena, per abuso d’ufficio (assieme al marito) e di concussione nei confronti di una funzionaria del suo ufficio, l’architetto Vanessa Mazzini.

Non ci sono termini fissati nel decreto di sospensione. Né altri nomi indicati dal ministero che possano ricoprire quel posto in soprintendenza. Fatto sta che oggi, il braccio periferico del ministero per la tutela e la valorizzazioni dei beni ambientali e culturali è paralizzato nella sostanza. Non sembra esserci un vice soprintendente che possa rilasciare autorizzazioni o permessi. E il duello tra la Di Bene e il ministero non è affatto concluso.

Se questo è l’effetto, bisogna tornare alle cause. E a quel processo, che si è aperto il 20 febbraio a Siena. «La cosa che mi sembra clamorosa - spiega l’avvocato De Martino, difensore della soprintendente - è che il processo per abuso edilizio riguarda un muretto divisorio di un giardino in una villa dalle parti di Orbetello. Un muretto tra l’altro legittimo, con un’autorizzazione che risale agli anni ’60 e che il Comune di Orbetello aveva perduto. Noi siamo riusciti a trovare l’atto negli archivi della soprintendenza».

Non c'è solo l’abuso, però, tra le accuse a carico di Anna Di Bene. La soprintendente sospesa è a giudizio anche per concussione nei confronti dell’architetto Vanessa Mazzini, che parla di vessazioni a suo carico. Secondo le accuse la soprintendente avrebbe indotto la funzionaria ad accelerare l’iter e a modificare il proprio parere negativo con la minaccia di avocare a sé la pratica.

Il duello tra le due donne sarebbe continuato con un demansionamento, un procedimento disciplinare e il rifiuto della domanda di distacco al polo museale, avanzata dalla Mazzini per motivi di salute. «Sono accuse palesemente false - ribatte l’avvocato De Martino - e noi ci difenderemo con vigore al processo. Non è escluso che si presenti un esposto denuncia»

Pino Di Blasio