"Scusi, il mio bus dov’è?": passeggeri storditi

Il terremoto delle linee prende in contropiede gli utenti. Ieri pochi disagi ma brividi da giovedì soprattutto per le zone di confine

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di Alberto Pierini

AREZZO

"Scusi, ma dov’è finito il mio autobus?". La clessidra segna le prime ore della rivoluzione delle linee. E la giornata scorre tra le domande. Il grosso dei passeggeri è frastornato. Autolinee aveva fatto precedere al via l’annuncio della svolta, il sito obiettivamente è tappezzato di orari e indicazioni, le paline sono aggiornate. Ma si sa: chi viaggia in autobus non sempre naviga su internet. E comunque la fine di un’epoca non poteva non avere il suo contraccolpo.

Passi da una strada all’altra e la scena è la stessa. I più puntano puntuali la loro fermata. E qualcuno neanche fa caso ai colori che annunciano la svolta e forse neanche all’incrocio delle lettere che sostituiscono i numeri. E c’è chi se ne accorge solo a bordo. Comincia a vedere un percorso variato, si chiede cosa stia succedendo. E l’epilogo inevitabile è parlare con il conducente, per quanto sia proibito. Gli autisti non si tirano indietro, anzi. Ma se le domande vanno oltre il tour del giorno anche loro non possono distribuire certezze.

Capannelli, richieste, dubbi. Parte così la stagione delle nuove linee. E siamo solo all’alba. Perché il "mezzogiorno" di fuoco (anzi l’alba) sarà quello di giovedì. Giovedì apre la scuola e il gioco si fa duro. La carica degli studenti è travolgente: nei numeri moltiplicano le presenze a bordo. E in questo caso portano al pettine gli eventuali nodi.

I punti critici sono ai confini. Perché la rivoluzione delle linee è comunale e finora il trasporto pubblico andava più là. Esempi? Uno dei punti più temuti è l’incrocio con Civitella. Perché da Viciomaggio e dintorni sono tanti gli studenti a muoversi verso Arezzo. Finora portati a destinazione. Da giovedì i mezzi extraurbani li porteranno a Battifolle. O meglio no, alla Cinguetta, una frazione minuscola, la strada non è particolarmente ampia. E lì saranno "raccolti" dai mezzi delle linee urbane, in questo caso la linea F, sempre che il frastornamento generale non coinvolga anche noi. Un incrocio tutto da testare.

Stessa cosa a Ponte Buriano: a Castelluccio il comune è quello di Capolona, i mezzi si fermano prima. Ci sono corse che completeranno il percorso? E’ una delle domande che ci fanno dai paesi vicini, alla nostra redazione un po’ come agli autisti. La prima giornata scorre liscia, domande e non proteste. Anche i sindacati sono in finestra.

Cgil, Cisl, Cisal, Uil e Ugl parlano di "forti perplessità in merito all’imminente affidamento dei “Servizi Rete Debole” e la progettazione della Rete Forte ad Arezzo, Grosseto e Siena". Al centro ricadute sui servizi e occupazionali. "Preoccupazioni nei lotti deboli di Valtiberina, Valdarno e Casentino: sono stati fatti progetti senza il coinvolgimento dei sindacati. Stesse problematiche ma diversi contenuti per la riorganizzazione nei Comuni di Arezzo, Siena e Grosseto: un aumento di servizi e posti di lavoro che accogliamo favorevolmente ma con forti dubbi sulla dislocazione delle linee e sulle effettive disponibilità di personale e mezzi".

La nuova rete richiede pullman e autisti. Basteranno? E un’altra domanda si unisce al giorno del varo.