
Francesco Carbini
Arezzo, 07 agosto 2025 – «Io me li ricordo bene quelli che negli anni ’80 si opponevano alla costruzione della terza corsia nel tratto valdarnese dell’A1». Inizia così la riflessione di Francesco Carbini, esponente delle Liste Civiche Sangiovannesi e membro dell’alleanza civica “L’Altra Toscana”, che interviene con decisione nel dibattito sulla realizzazione della terza corsia autostradale, tornata d’attualità dopo il drammatico incidente avvenuto lunedì scorso nei pressi del Ponte Leonardo, in autostrada, nel quale hanno perso la vita due operatori della Misericordia di Terranuova e un paziente. La loro ambulanza è stata dilaniata, tamponata da un mezzo pesante. Un episodio gravissimo che riapre una ferita mai rimarginata: quella delle scelte mancate sul fronte infrastrutturale». Lo scontro non è soltanto tra mezzi, ma anche tra visioni politiche, e Carbini non risparmia critiche né alla memoria corta né all’incoerenza di alcuni amministratori del passato.
«Negli anni Ottanta – sottolinea – c’era chi scriveva con le bombolette spray sui cavalcavia, accusando chi organizzava convegni con ministri e vertici di Autostrade di deturpare il territorio e di essere “lontani dalle esigenze della gente”. È tutto documentato, con nomi, date e cognomi. E molti di quei contestatori sono poi diventati sindaci o assessori provinciali». Una stagione, quella, che secondo Carbini rappresentò un’occasione persa: «In cambio della realizzazione della terza corsia, sarebbero state realizzate gratuitamente – sì, gratuitamente! – la regionale in riva destra dell’Arno e almeno due nuovi ponti sull’Arno: il terzo a San Giovanni Valdarno e un altro tra Montevarchi e Terranuova Bracciolini. Invece non se ne fece nulla». Oggi, quelle stesse opere sono state in parte realizzate – come la regionale, ancora incompleta nel tratto fiorentino – ma con costi molto più alti, a carico di Regione ed enti locali. Senza contare il nuovo ponte Leonardo e la bretella “Le Coste”, mai realizzata e da tempo al centro delle rivendicazioni dei sindaci valdarnesi.
«Ma forse – osserva Carbini – quelle opere non sarebbero nemmeno servite, se si fosse colta l’opportunità di oltre trent’anni fa». Un intervento, il suo, che vuole essere non solo una denuncia, ma anche un monito. «Ho voluto ricordare tutto questo per un esercizio di memoria storica e verità. Lo dobbiamo ai cittadini, che spesso non ricordano, e lo dobbiamo anche a una classe politica locale che oggi sembra non voler ricordare, e che sulla terza corsia autostradale appare impantanata in sterili polemiche tra Comuni, Regione e Governo». Da qui l’appello: «Invece di perdersi in discussioni, è il momento di fare squadra. Si chieda al Presidente della Regione, Eugenio Giani, di interloquire con il Presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga, per approvare un atto formale in merito. E si coinvolgano i parlamentari: il tratto valdarnese è incluso nel programma pluriennale di ASPI da vent’anni, insieme alla Gronda di Genova e al Passante di Bologna. È il momento che la Commissione Trasporti della Camera chieda al Governo una verifica delle inadempienze da parte di Autostrade per l’Italia sulle tre opere».