Salvo il parco di via Emilia Stop al centro sociale

Viene così messo un punto sulla vicenda che ha scatenato i cittadini. Sarà risistemato sia per la parte delle strutture sportive sia per l’area verde.

Salvo il parco di via Emilia  Stop al centro sociale

Salvo il parco di via Emilia Stop al centro sociale

di Angela Baldi

Il parchino di via Emilia è salvo, il Cas si farà ma da un’altra parte. A mettere un punto sulla vicenda che ha scatenato i cittadini sono il vice sindaco Lucia Tanti e l’assessore Alessandro Casi dopo l’incontro tenutosi ieri mattina proprio con il comitato del parco di via Emilia. "Grazie al confronto con i residenti è stato possibile centrare tutti gli obiettivi ovvero non disperdere le risorse Pnrr, riqualificare un parco e dare una nuova opportunità ad un Cas – dicono il vice sindaco Lucia Tanti e l’assessore Alessandro Casi - L’Amministrazione ha quindi trovato la migliore soluzione nel rispetto del principio che è fondamentale essere alla base proprio della progettazione dei centri di aggregazione ovvero l’armonizzazione con il territorio circostante".

Il Comune riqualificherà il parco, mentre per la sede del Cas Fiorentina, andrà trovata una nuova collocazione. "Il parco di via Emilia sarà risistemato sia per la parte delle sue strutture sportive sia per l’area verde con i fondi Pnrr, mentre per la nuova struttura del Cas Fiorentina attualmente a San Clemente saranno individuate altre soluzioni che verranno proposte e scelte insieme al Cas stesso, percorso peraltro già avviato – dicono Tanti e Casi - Salve quindi le opere previste e preservato il necessario clima di armonia che deve esistere tra i residenti e i luoghi di aggregazione". Per il consigliere di Arezzo 2020, Francesco Romizi, la giunta comunale ha riconosciuto le ragioni del comitato. "Il nuovo Centro di aggregazione sociale Fiorentina non si farà dentro il parco di via Emilia ma in una sede diversa – dice Romizi - La giunta comunale ha modificato la sua precedente decisione riconoscendo le ragioni del comitato popolare costituitosi per difendere l’integrità del parco stesso. Possiamo quindi dire, con soddisfazione, che ha vinto il comitato e riconoscere che quando i cittadini si organizzano e si muovono in modo intelligente riescono a farsi ascoltare. Per trarre qualche indicazione per il futuro, dobbiamo prendere atto che in questo episodio, come in altri, sono mancati proprio l’informazione e l’ascolto preventivi, ovvero il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, prima e non dopo decisioni importanti riguardanti il territorio e la qualità della loro vita.

E così il tema della partecipazione torna in campo, spinto dalle esigenze reali dei territori, dopo che è stato espulso con l’abolizione delle circoscrizioni e con l’avvento di una pratica politica dove quella che un tempo si diceva fosse "la cosa pubblica" è diventata "cosa della maggioranza". Romizi insiste, ribadendo la necessità di riattivare ad Arezzo occasioni e strumenti di partecipazione popolare che contribuiscano alle decisioni e alla gestione dei beni comuni, dal territorio ai servizi. "Si può fare in vari modi ma quello più semplice, che non richiede l’istituzione di nuovi organismi, consiste proprio nell’utilizzare le strutture e l’organizzazione dei centri di aggregazione sociale già funzionanti e diffusi capillarmente nel territorio – spiega Romizi - È questo il contenuto della proposta di delibera da noi presentata e che il Consiglio Comunale è chiamato a discutere".