Saldi, la moda tenta il tutto per tutto Ma in giro gli sconti sono già iniziati

Stagione al via da giovedì. Le previsioni di spesa, intorno ai 130 euro, ben sotto l’ultimo inverno pre-pandemia. L’abbigliamento ha pagato pegno al caldo. Promozioni partite: e resta il fenomeno degli sconti "fantasma"

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di Alberto Pierini

Il calendario dice giovedì, come al solito bruciando sul tempo la Befana. La realtà dice oggi. Perché i saldi ufficialmente scattano dal 5 gennaio ma in giro le classiche percentuali di sconto già campeggiano. Sotto la veste di promozioni, cambio locali, chiusura attività. Ma campeggiano. E poi ci sono i "saldi fantasma". Se arriva un cliente appena appena fidelizzato è dura vendergli a prezzo pieno quello che da giovedì sarà dimezzato. E anche davanti agli sconosciuti incerti è altrettanto dura non provare a convincerli limando il ticket sullo stile della grande stagione dei saldi.

Previsioni? La Confcommercio parla di una spesa a persona di 133 euro: che sono 14 in più dell’inverno 2022 ma restano soprattutto quasi trenta meno del gennaio 2020. Lui, l’ultimo sorso di vita normale prima della pandemia.

Le stime della Confesercenti sono un po’ diverse ma forse semplicemente perché si muovono in una forchetta tra i 130 e i 160 euro a persona. Dentro quella forbice rientrano anche le stime Ascom e chissà che alla fine le due lenti non coincidano, convergendo sulla stessa spesa. Se volete la valutazione a famiglia, sempre fonte Confcommercio, si sale a 305.90 euro, oltre duecentomila aretini compreranno qualcosa.

Un quadro come al solito non del tutto omogeneo. Perché ad aspettare la riscossa è soprattutto il settore moda. "Aumento dei costi energetici, inflazione, preoccupazioni per il futuro e caldo non hanno favorito lo shopping nel settore" conferma dall’Ascom Paolo Mantovani. E la direttrice di Confesercenti Valeria Alvisi è sulla stessa linea anche se lo dice in positivo: aspetta una spinta alla vendita di cappotti, maglioni, accessori, guanti. La moda, insomma, chiamata come sempre a giocarsi il tutto per tutto. In coda ad una stagione altrettanto disomogenea. Perché le vendite sono andate al rallentatore, con una piccola scossa per il Black Friday e poi una ripresa discreta a dicembre. Ma gli alti e bassi della corrente non sempre fanno pari o magari aiutano i bilanci.

E ora partono i giorni del giudizio: le previsioni di chiusure si concentravano infatti intorno alle settimane dopo le feste. Da ora in poi ogni serranda che si alza è un piccolo sospiro di sollievo. Perfino il popolo dello shopping è disomogeneo. C’è chi compra tutto l’anno, dice Mantovani, e chi invece concentra le spese nel mese dei saldi.

E per farlo decelera a Natale, un rallentamento che alcune attività sentono sulla pelle. Mentre nei bilanci passa come un filo naturalmente rosso il pressing delle feste. Il centro ha sfruttato l’abbrivio della Città di Natale per gonfiare le vele, la periferia e la provincia un po’ meno. Ma ora tutto si azzera, tutto ricomincia: magari da tre.