
Gli operatori impegnati nella pulizia degli spazi, dopo i fatti della mattinata
Tutto in un attimo, tra gli uffici e la sala d’attesa della questura. Un uomo entra, ha in mano uno pneumatico e una bottiglia con all’interno gasolio: versa il liquido sul pavimento e sul pneumatico, poi appicca il fuoco. Che divampa in pochi istanti. Tra le fiamme che si stavano sviluppando nell’atrio dell’edificio è così stato arrestato un cittadino del Ghana di 30 anni. Aveva presentato una richiesta all’ufficio immigrazione ma gli era stata rifiutata: questa sarebbe la motivazione, si fa per dire, che ha spinto lo straniero a quel gesto di contrarietà verso le direttive degli uffici.
Accade alle 12 di una mattina come tante, d’inizio settimana: l’atrio della questura di via Filippo Lippi è affollata come spesso succede. C’è un bel tran tran tra l’ufficio passaporti e armi, gente che esce e che arriva. Per accedere si suona al campanello e si parla prima con un agente per anticipare la propria richiesta ma può succedere che qualcuno già dentro apra la porta in un momento di confusione o che si entri mentre qualcuno se ne va. Fatto sta che l’uomo era riuscito ad entrare nell’edificio con una bottiglia nascosta tra i vestiti. Una di quelle dove, di regola, ci dovrebbe essere l’acqua ma che invece era piena di gasolio. Gasolio che poi ha cosparso veloce alla sala d’ingresso che si affaccia sulla strada, poi con uno pneumatico ha dato fuoco a tutto. Le fiamme hanno creato il panico ma anche allertato gli agenti che sono intervenuti con gli estintori per domare il principio di incendio. Ne è seguita una colluttazione tra un agente e il gambiano che però è stato bloccato nel giro di pochi minuti e rinchiuso nella cella della questura.
Intanto le fiamme però si erano propagate nel corridoio dell’ingresso dove si trovano gli uffici immigrazione, passaporti e armi che sono stati colpiti dalle fiamme. In particolare ci hanno rimesso i computer oltre ai suppellettili. Nessuno è rimasto ferito. Ma i danni causati alle strutture informatiche rappresentano un problema per la questura aretina. "Per fortuna non ci sono state persone coinvolte - commenta il vice questore Ameglio Menguzzo - ma gli uffici passaporti, immigrazione e armi saranno chiusi al pubblico fino alla giornata di mercoledì quando speriamo di riaprire le porte".
L’uomo, cittadino del Ghana, era arrivato in questura per bussare all’ufficio immigrazione per avanzare una sua richiesta, forse legata ai passaporti. Richiesta che non poteva essere esaudita dal personale della questura. Così si è agitato. Se ne è andato ed è tornato e ha fatto un quarantotto.
Nel giro di poco è finito con le manette ai polsi e in cella. A interrogarlo nel pomeriggio il dottor Davide Comito, dirigente della squadra mobile, che sta seguendo il caso insieme alla procura di Arezzo che coordina il caso. La titolare del fascicolo è la pm Julia Maggiore.
Stando ai primi elementi, l’arresto è scattato per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. Nei prossimi giorni verrà fissata l’udienza di convalida in cui, oltre a venir convalidato l’arresto, potranno essere applicate misure cautelari in attesa di giudizio. Per ora l’uomo rimane in cella.