“Insieme, più forti delle guerre”. Gala a Rondine dopo l’odissea. Oggi la Cittadella scala Firenze

Nardella apre al progetto il Salone dei Cinquecento: primo dialogo tra studenti ‘nemici’. Ivković: “La convivenza nel quotidiano ci trasforma”. Il confronto guidato dalla direttrice di Qn Pini

I ragazzi di Rondine impegnati nel percorso per diventare leader di pace

I ragazzi di Rondine impegnati nel percorso per diventare leader di pace

Arezzo, 24 aprile 2024 – Gala è nata sotto le bombe dei Balcani. 1991, la guerra civile tra bosniaci, croati e serbi lei l’ha vissuta tra le macerie della devastazione intrise di sangue, odio e pregiudizio. "La parte più atroce è ciò che avviene dopo il conflitto: vendette, ritorsioni, discriminazioni. Sono cresciuta in questo clima e ho capito che dovevo impegnarmi per costruire ponti con il nemico". Rondine è stata la via di Gala Ivković e di altri giovani: nel borgo alle porte di Arezzo gli studenti che arrivano dai teatri di guerra hanno davanti una lavatrice dove unire gli abiti e centrifugare il dolore per provare a superarlo, elaborarlo, trasformarlo in dialogo ed esperienza, in progetti, una volta rientrati nei rispettivi Paesi. Oggi Rondine scivola per la prima volta sul filo dell’Arno, lasciandosi alle spalle le anse del fiume alle porte di Arezzo per guadagnare Firenze.

La cittadella della pace già nel pieno della guerra russo-ucraina e all’inizio del conflitto in Medio Oriente aveva in mano un ideale impegno del sindaco Dario Nardella, allora pronto a spalancargli piazza della Signoria per una manifestazione nella quale far parlare chi da sempre tace, russi e ucraini ma insieme, israeliani e palestinesi ma in coppia.

Lo faranno oggi, risalendo le scale di Palazzo Vecchio. Una sorta di esordio ufficiale per la Rondine di casa perfino nel Palazzo di Vetro dell’Onu e insieme un ritorno alle radici, visto che l’intuizione della cittadella era partita tanti anni fa dal pensiero di Giorgio La Pira e dei suoi continuatori. Fioretta Mazzei, Pino Arpioni erano amici veri di quel Franco Vaccari che sarebbe diventato il presidente del borgo sull’Arno, un’amicizia costruita da un sentire comune, alimentato nella cittadella così come a Firenze Fili, radici profonde che oggi tornano alla superficie e lo fanno nel salone dei Cinquecento. Negli stessi mesi nei quali Firenze lucida il suo protettorato della Verna, si immerge nella storia degli 800 anni delle Stimmate, in una sorta di Arno largo nei rapporti tra autorità civili e religiose come il Tevere immaginato da Spadolini: uno Spadolini che allora era direttore del Resto del Carlino, come lo è oggi Agnese Pini insieme a La Nazione e Il Giorno che formano Qn. E oggi nel Salone dei Cinquecento la direttrice Pini converserà con i giovani di Rondine accendendo un faro sulla loro sfida. Per la prima volta israeliani e palestinesi, russi e ucraini, raccontano l’esperienza della cittadella: Noam, Loai, Sabina e Kateryna, quattro voci per costruire la pace proprio mentre nei loro Paesi piovono missili e muoiono persone.

Per la prima volta coppie di "nemici" raccontano a tutti l’esperienza di Rondine: un giorno hanno salito la stradina bianca verso il borgo con il cuore a pezzi, oggi camminano insieme per diventare leader di pace. Noam, Loai, Sabina e Kateryna: si mettono in gioco per superare le ragioni dell’odio.

Il modello Rondine ruota attorno a un concetto, semplice ma rivoluzionario in tempi bui e scenari internazionali incerti: la persona al centro. Con tutti i limiti di un’umanità che tra le pietre di un borgo accetta di metterci la faccia e prova a uscire dalla spirale dell’odio. Come? "La chiave è la convivenza nella quotidianità: dagli spazi di lavoro alle stanze da letto, al racconto del dolore. Qui si prende coscienza delle fragilità che diventano opportunità di crescita per tutti", dice Gala Ivković a Rondine dal 2012.

Oggi guida la rete degli ex studenti che costruiscono il modello di una leadership gentile proprio dove i conflitti dividono le persone. Ambasciatori di pace, futuri leader di pace. Perchè "il vero nemico è la guerra".

Gala segue il progetto del quarto anno: studenti dei licei vivono un anno a Rondine. "Qui tempo e spazi non sono contingentati; qui succede tutto nei momenti anche informali perché ci troviamo a condividere con il nemico la stessa stanza, il pranzo, una gita. Ed è proprio allora che ciascuno ha la possibilità di mostrare il lato umano e sviluppare l’empatia. Per me è stato l’unico modo di elaborare ciò che sentivo e trasformarlo in qualcosa di produttivo".