
Il presidente della Provincia Alessandro Polcri nel mirino del «fuoco amico»
Solo al fin della licenza lui tocca. Mario Agnelli è salito sull’Aventino delle elezioni provinciali, si è ben guardato dall’andare a votare ma ora lancia l’ultima offensiva. L’aveva anticipata prima delle urne, sparando a palle incatenate sulla decisione di convocare in fretta e furia la seduta del bilancio prima di avere il nuovo parlamentino. Ma di fronte al fatto compiuto non si alza sui pedali ma accelera. E davanti si pone un obiettivo: le scelte di Polcri, sempre più bersaglio del fuoco amico. Il pirotecnico sindaco di Castiglion Fiorentino ha incassato dal consiglio comunale una mossa di totale rottura che gli conferisce il mandato "di approfondire e verificare" la legittimità degli atti srotolati nella Sala dei Grandi. In particolare la convocazione d’urgenza del consiglio e quella dell’assemblea dei sindaci. Una verifica "anche con l’eventuale nomina di un legale per valutare il successivo ricorso al Tar per l’annullamento dei provvedimenti approvati". Nel suo stile Agnelli non accosta al pallino ma boccia, e prova a bocciare in un colpo solo le sedute contestate e l’esito, l’approvazione del bilancio. Un bilancio che, tra l’altro, rafforza la posizione di Polcri, non esponendolo al voto del nuovo consiglio, dove il centrodestra ha la maggioranza ma con la Lega già all’opposizione. E che lo sia appieno lo dimostra la mossa clamorosa di Agnelli, uno dei personaggi più in vista del Carroccio aretino e non solo.
"La furia di approvare il bilancio pluriennale di previsione era più una necessità politica del presidente che una necessità dell’ente. Per il voto sul bilancio di previsione c’era tempo fino alla fine dell’anno". Spiega e rilancia. "E poi il consiglio provinciale entrante è d’accordo con quanto votato da quello uscente? Abbiamo 30 giorni per impugnare l’atto ma se i pareri che abbiamo chiesto convergeranno, ci sono ampi margini per dire che quell’approvazione è impugnabile". E nel caso, la strada che Agnelli imboccherà è quella del Tar. La guerra dei "due centrodestra" entra in una stretta decisiva. Agnelli è deciso ad andare fino in fondo o tenta una spallata per spingere Polcri a formalizzare la data del suo passo indietro? Lo diranno i fatti: per ora la Lega brucia sul tempo anche il vertice che il centrodestra avrebbe convocato per i prossimi giorni. Per rafforzare la sua linea, la delibera di Castiglioni ricorda anche che "i consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili". Condizioni che naturalmente Agnelli nega. Ma al di là della questione di diritto, pur frizzante, in ballo c’è un braccio di ferro politico che vede la Lega marcare una distanza dal resto del centrodestra.
La coalizione era al lavoro per arrivare ad una strategia di uscita di Polcri concordata con lui, il Carroccio rompe gli indugi e parte con un missile terra-aria, sia pur "amico". Il presidente della Provincia finora ha sempre dimostrato di avere formidabili droni per parare qualsiasi attacco. Il duello è appena cominciato.
Lucia Bigozzi