
di Sonia Fardelli
Adalberto Rauco e Lorenzo Vanneschi, i giovani giostratori di Porta Crucifera, scendono sulla lizza con il dente avvelenato per riscattarsi dopo l’opaca prestazione nella notturna di giugno. Si sono allenati duramente tutta l’estate e adesso stanno cercando di raccogliere i frutti di questo intenso lavoro. Fino ad ora non sono infatti riusciti a mettere in luce tutte le loro qualità. Adalberto Rauco ha esordito in Giostra il 26 giugno 2018 dopo aver fatto vedere ottime cose alle prove generali vinte anche centrando il cinque. Ma poi in Giostra non ha mai totalizzato questo punteggio. La sola volta che ha colpito il cuore del Buratto, ha perso la lancia. Lorenzo Vanneschi ha come Rauco corso sei giostre, vincendone una. A differenza del suo compagno è riuscito a centrare una volta il 5, però ben tre volte la sua lancia è finita sul 2.
Rauco, un 5 con lancia persa e lancia spezzata sul 4. Adesso serve un centro pieno?
"Quello di non aver mai centrato il 5 in Giostra - dice il giostratore rossoverde - è il mio vero cruccio. Lo scorso settembre ho vinto la Giostra spezzando la lancia sul quattro, ma questo ad uno ambizioso e meticoloso come me non basta davvero. Ho centrato il cinque alla Provaccia e poi ci sono andato molto vicino in alcune giostre. Ma non ho mai avuto la soddisfazione di vedere nella rastrelliera della giuria il V romano. Ora voglio il massimo punteggio. Un 5 pieno senza tanti ma dell’araldo".
Quanto conta in Giostra avere un buon cavallo?
"A mio avviso in Giostra il cavallo pesa all’80% sul punteggio finale, il resto lo fa il giostratore. La Giostra si gioca in pochi secondi e un cavallo affidabile ti permette di concentrarti solo sul tiro, senza pensare ad altro".
Cosa significa correre per un quartiere popolare e caloroso come Porta Crucifera?
"È sicuramente un onore correre per questo quartiere, ma non è certo facile. E’ un rione sanguigno che punta solo alla vittoria. Non ti concede mezze misure. Non ti scusano niente, ma dal punto di vista umano sanno darti tutto il loro calore. E sanno farti sentire veramente a tuo agio".
Vanneschi un 5 in Giostra e tre volte la lancia che finisce però sul 2. Vale la pena di rischiare tanto?
"Secondo me, ne vale la pena - ammette lo stesso giostratore - il Saracino è come tirare un calcio di rigore. Conta se va dentro. Fare quattro o due ha lo stesso valore, la giostra non si vince comunque. Sono disposto a rischiare per centrare quel cinque che poi conta davvero in piazza".
La perdita di Carlito Brigante ha influito molto sulle prestazioni contro il Buratto?
"Carlito era un gran cavallo, ma pronto per la pensione. Con Pinocchio mi trovo bene. A giugno ha esordito solo dopo due mesi di lavoro. Penso che possa migliorare ancora molto".
Che si aspetta dalla Giostra?
"Di vincere. Ci tengo tanto e vivo per questo. Spero in un bel tiro per me e per tutto lo staff delle scuderie che mi aiuta tanto durante tutto l’anno".