Procure, Rossi oltre Firenze corre per Siena e Ancona: qui si chiude la sua era

Dopo 25 anni il procuratore sta per esaurire l’ultimo mandato. Ha legato il suo nome ai grandi casi, da Variantopoli a Banca Etruria fino a Coingas

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzxo, 27 febbraio 2022 - La candidatura alla procura di Firenze (seria, lui è davvero un potenziale papabile, anche se la corsa è appena agli inizi e gli ostacoli molti) è un po’ il simbolo del tramonto di una stagione. Sì, volge al termine la lunga epoca (25 anni, dal 1997) in cui Roberto Rossi è stata la figura di maggior spicco fra i Pm aretini, prima come sostituto di punta sotto i procuratori Ennio Di Cicco e Carlo Maria Scipio, poi (dal 2013, inizialmente come reggente) quale procuratore capo lui stesso, per otto anni, interrotti dalla clamorosa degradazione che il Csm gli inflisse per la vicenda Boschi, poi cancellata a furor di diritto dal consiglio di stato.

E intanto, in una procura che già si prepara al dopo-Rossi, con l’organico cresciuto di un’unità per la revisione delle tabelle, stanno per approdare due nuove Pm, giovani e donne, da Cosenza e Siracusa. Ma torniamo a Rossi. Il suo mandato, a rigor di regole, avrebbe dovuto finire in questo 2022, otto anni appunto dopo la nomina votata dal Csm, allora all’unanimità, nel 2014.

C’è però il buco del periodo in cui il procuratore fu retrocesso a semplice sostituto, sei mesi fra l’ottobre 2019 e l’aprile 2020 che adesso vanno teoricamente ad allungare la permanenza in carica del magistrato originario di Assisi ma ormai aretino di adozione. Teoricamente, appunto, perchè già da qualche mese Roberto Rossi si sta guardando intorno, alla ricerca di un altro incarico direttivo che gli consenta di proseguire la carriera.

E prima che scada il mandato a Palazzo di giustizia, eventualità che lo vedrebbe retrocesso a semplice sostituto. La prima domanda l’ha fatta ancora nel 2021 per il posto di procuratore capo di Siena, anche quello un incarico per cui è fra i favoriti se non il favorito. Rossi si è candidato anche per la procura generale di Ancona. Firenze è la terza opzione, ovviamente la più ambita. Sono tutti posti sui quali il Csm deciderà nei prossimi mesi, prima o dopo l’estate.

E’ probabile, dunque, che Rossi vada altrove prima di completare il suo secondo mandato di quattro anni (non più rinnovabile) a Palazzo di giustizia. Dove, dipenderà dagli incroci fra gli aspiranti, anche se il suo resta un curriculum forte. Insomma, all’ultimo piano del Garbasso è già tempo di bilanci ed è facile dire che pochi Pm come l’attuale procuratore hanno inciso nella storia giudiziaria, e non solo giudiziaria, aretina.

Basterà ricordare la maxi-inchiesta di Variantopoli, che portò alla decapitazione di un’amministrazione comunale di centrodestra, quella di Luigi Lucherini, e alle elezioni anticipate, fra il 2005 e il 2006. Indagine clamorosa bissata adesso dal caso Coingas, il cui processo entra nel vivo proprio martedì e che vede un’altra volta sotto accusa un sindaco e un potere politico di centrodestra.

Nè vanno dimenticate la condanna, poi confermata in cassazione, che Rossi ottenne per una storia di valenza nazionale come quella di Martina, e l’inchiesta di dimensioni monstre per il crac Etruria. Fu quello anzi il caso che gli costò i fulmini del Csm. Violazione dell’indipendenza sia pure sotto il profilo soggettivo, lo accusò Pier Camillo Davigo, per l’incarico di consulente a Palazzo Chigi in piena era Renzi.

Ma le date non tornavano e i contenuti nemmeno, come concluse il consiglio di stato. Veleni che adesso potrebbero riemergere nella corsa a Firenze, dove su Renzi c’è l’inchiesta Open. Il procuratore, comunque, farà in tempo a dare il benvenuto alle sue nuove Pm: Emanuela Greco, 44 anni, da Cosenza, e Francesca Eva, 36 anni,fiorentina di origine, in forza a Siracusa. Il Csm non ha ancora votato i trasferimenti, che però sono già scontati.