Presto abbattute 55 piante secolari L’operazione sicurezza all’eremo

Dopo Pasqua si procederà all’intervento reso possibile grazie a importanti finanziamenti ministeriali. Partiranno anche le operazioni di messa a dimora delle nuove piantine di abete bianco intorno al monastero .

Presto abbattute 55 piante secolari  L’operazione sicurezza all’eremo

Presto abbattute 55 piante secolari L’operazione sicurezza all’eremo

di Sonia Fardelli

Ripartiranno subito dopo Pasqua i lavori di sistemazione della corona di abeti intorno all’eremo di Camaldoli. Per la sicurezza dei monaci e dei tanti fedeli e visitatori 55 di queste piante secolari dovranno essere abbattute. Il progetto, presentato dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pratovecchio al Ministero dell’Ambiente, ha già ottenuto importanti finanziamenti e presto si potrà procedere con i lavori per mettere in sicurezza l’eremo, ma anche i tanti sentieri che proprio da qui partono e che ogni anno sono frequentati da numerosi escursionisti. Delle 242 piante di abete bianco fatte esaminare con una sorta di "tac" per gli alberi è risultato che 55 sono in condizioni precarie e che da un momento all’altro potrebbero schiantarsi al suolo, come alcune tra l’altro hanno già fatto. Il finanziamento del Ministero ha consentito infatti di fare un’indagine approfondita sui patriarchi verdi della corona di Camaldoli. Le piante sono state catalogate, misurate, georeferenziate ed è stato valutato lo stato di salute di ognuna. Le prove hanno evidenziato la necessità di procedere alla rimozione di 55 piante che presentano segni, sintomi o difetti gravi tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai esaurito. Per rimuovere le piante, alcune di elevata altezza, sarà utilizzato anche il tree climbing, una tecnica di abbattimento in arrampicata con operatori specializzati che prima taglieranno i rami e poi il tronco a pezzi.

Per evitare il rischio che cadendo interi possano danneggiare la cinta di mura che circonda l’eremo e l’ambiente naturale sottostante, anch’esso di elevato valore. Presto partiranno anche le operazioni di messa a dimora delle nuove piantine di abete bianco nella corona intorno al monastero dove sono crollati alberi secolari e dove verranno abbattute le piante malate. "Al centro nazionale Carabinieri biodiversità di Pieve Santo Stefano – dice il comandante dei carabinieri del Reparto Biodiversità Paola Ciampelli – per garantire il mantenimento del carattere genetico specifico della formazione forestale, hanno già cominciato a produrre nuove piantine con i semi prelevati dagli abeti bianchi di Camaldoli. Si tratta di 4 mila piccoli abeti, da potere utilizzare per il restauro della corona. Per proteggere le nuove piantine dagli ungulati verranno inoltre realizzate piccole recinzioni".

Un utilizzo molto particolare verrà fatto anche del legno ricavato dagli abeti tagliati. "Dal legname verranno ricavati assortimenti legnosi – spiega la comandante Paola Ciampelli – che in parte saranno forniti ai monaci per piccoli lavori di manutenzione all’interno dell’Eremo, in parte utilizzati per realizzare arredi per esterno, come tavoli e panchine, che saranno sistemate nella foresta di Camaldoli per accogliere i fedeli e i tanti visitatori che ogni anno vengono qui. Questo tipo di utilizzo consentirà di fissare a lungo il carbonio nei manufatti dando così un contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici". Un progetto importante per la corona di abeti intorno al monastero di Camaldoli, che sarà in questo modo messa in sicurezza, ma anche rinfoltita.