Brivido ponti e viadotti. La situazione di E45 e AutoSole

Cantieri, segnalazioni: ecco la situazione

La E45

La E45

Arezzo, 17 agosto 2018 - Passano sotto i ponti o sopra i viadotti con un brivido. E’ il brivido che la tragedia di Genova ti lascia addosso, ovunque tu abiti. Ma che qui si coniuga fatalmente con la E45. Non vi sono solo i viadotti fra le criticità della E45, strada di grande comunicazione più volte equiparata alla Salerno-Reggio Calabria, prima che quest’ultima cambiasse pelle e diventasse un’arteria di tutto rispetto. Anche se ci mettono del loro: si pensi soltanto all’inchiesta aperta dal procuratore Roberto Rossi, relativa proprio a crepe e altri problemi strutturali riscontrati proprio sui pilastri che sorreggono la superstrada. Per la Orte-Ravenna-Mestre, Anas ha avviato nel 2016 un piano di riqualificazione da un miliardo e 600mila euro, con 51 milioni riservati al tratto toscano, nel quale vi sono soltanto due gallerie ma in compenso diversi ponti e viadotti, di lunghezza totale pari a oltre un terzo dei 29 chilometri complessivi che dal confine con l’Umbria, a San Giustino, arrivano fino all’ingresso in Emilia Romagna, a Canili di Verghereto.

Ovviamente gli interventi sono di natura strutturale e le diverse epoche di costruzione della strada esercitano il loro peso. E in qualchhe caso si profila come una lotta contro il tempo. Uno dei ponti presenti, quello della Bisolla, lungo oltre 300 metri e posizionato sopra la diga di Montedoglio, è stato rifatto una quindicina di anni fa, assieme al piccolo viadotto Fornello (lunghezza praticamente identica), ubicato sul versante romagnolo, all’uscita per Verghereto.

Due interventi piuttosto accurati, che comportarono deviazioni sulla viabilità normale per diversi mesi, ma l’emergenza venne risolta. Al momento, i cantieri sono aperti per lo stesso motivo in altri due punti della superstrada: sul viadotto Lago, lungo 438 metri e vicino alla Bisolla, nel quale sono in corso i lavori di ripristino e rafforzamento delle solette e di adeguamento delle barriere laterali e sul ponte all’uscita di Canili che sovrasta la quattro corsie, chiuso dal 18 maggio 2017.

Iniziati il 9 aprile, gli interventi sul viadotto Lago andranno avanti alla fine dell’anno, con deviazione sulla provinciale 77 Tiberina allo svincolo di Madonnuccia e rientro a Pieve Santo Stefano sud. A Canili, invece, si è messo mano lo scorso 26 luglio: nessuna variazione alla circolazione: entro metà novembre, saranno demolite le campate e sostituite tutte le travi con altre in ferro.

A breve, la riqualificazione strutturale con assieme la pavimentazione interesserà il lungo viadotto «Tevere IV» (più di un chilometro e mezzo di sviluppo e anche alto), che segna il tratto finale del segmento toscano in direzione di Cesena. Ma fino ad allora è chiaro che chi passa di lì ha un motivo in più per sudare freddo.

È senza dubbio questa la principale fra le priorità. A seguire altgri tratti dai cantieri in vista: gli interventi di risanamento strutturale e sostituzione delle barriere dei viadotti «Torre Isola» (uscita Valsavignone) e «Tevere III», ancora nel territorio di Pieve. Lavori che si aggiungono a quelli eseguiti negli ultimi anni su 11 viadotti in pericolo: Balsaccia, Stantino, Ancione, Tevere I, Valsavignone, Melello, Zonchi, Cappella, Mangiatore, Tignana, Sinigiola e Ansa del Tevere.

L'AUTOSTRADA - Il brivido che corre lungo la E45 sembra meno freddo dalle parti dell’autostrada. Problemi nel tempo si erano creati, non c’è dubbio. Uno in particolare era stato segnalato qualche mese fa proprio dai cittadini cronisti e rilanciato con forza dalle colonne della «Nazione». Un cavalcavia proprio sopra l’autosole, nella zona di Badia al Pino. Ma l’intervento allora era staton quasi in tempo reale: pochio giorni dopo un cantiere, i lavori, la messa in sicurezza. E negli ultimi 18 mesi sono stati realizzati interventi su molti dei cavalcavoa che interessano direttamente l’A1 sul nostro territorio. Non solo a Civitella, o se preferite a Badia al Pino, ma anche in altre zone nevralgiche.

Oggetto? Presentavano degli avvallamenti, segnali giudicati critici: e a quel punto la stessa società autostrade ha trovato i finanziamenti e i le aziende specializzate per intervenire. Tra l’altro, essendo scattata l’operazione quando ancora i problemi non erano evidentemente conclamati, si era trattato di un intercento che non aveva influito sul traffico in autostrada. Quindi un ripristino fatto in presa diretta, mantenendo aperte le due corsie di un’arteria che nel nostro tratto conosce spesso situazioni di ingorgo e di rallentamenti. In tutti i casi si è trattato di lavori di consolidamento alle strutture. Non risultano invece ponti o viadotti realizzati dall’ingegner Riccardo Morandi, autore del viadotto crollato a Genova. In compenso la firma di Morandi, che del resto nel campo delle opere pubbliche è una di quelel finora prestigiose, era sotto un altro impianto di grande impatto: la centrale termoelerttrica di Santa Barbara a Cavriglia, una delle più grandi in Italia. Realizzata proprio tra il 1954 e il 1958, quindi poco prima del boom. E al centro di un importante progetto di conversione.

Claudio Roselli