di Gloria Peruzzi
Negli anni ‘50 l’Italia affronta importanti sfide postbelliche. Sono anni in cui inizia a profilarsi una straordinaria crescita economica e un’altrettanta straordinaria trasformazione sociale e culturale. Le famiglie italiane tentano di risollevarsi e di immaginare un futuro finalmente di pace e serenità, come cercano di fare anche i giovani sposi Vittoria Cerisola ed Edoardo Guelfi. Lei è nata a Vado Ligure nel 1921, lui, classe 1912, ci si è trasferito bambino dal Principato di Monaco, insieme dovranno fare i conti con una realtà ben diversa da quella desiderata quando progettavano il loro futuro di coppia.
Vittoria aveva già rinunciato alla desiderata professione di maestra a causa delle ristrettezze economiche e al rifiuto del padre di chiedere un sussidio al governo fascista. Inizierà a lavorare a Savona in uno studio tipografico poi a Vado in uno fotografico. Edoardo frequenta la scuola professionale e poi lavora come tornitore, fino al dopoguerra. I due si incontrano nel 1948, si sposano e rilevano l’alimentari della famiglia Guelfi.
Ma i sogni romantici si scontrano con la cruda realtà: gli affari in bottega vanno male ed Edoardo accetta un imbarco a bordo di una petroliera svedese che fa la spola tra i mari del Nord, il Mediterraneo, il Golfo Persico e persino l’Oceano Indiano. Per confortarsi, Vittoria ed Edoardo, nel frattempo diventati genitori di Franca, intraprendono un viaggio attraverso le parole: "Più scriverai più ti vorrò bene" è il titolo di quell’epistolario, intimo e appassionante, che per un intero anno tra il 1952 e il 1953, manterrà vivo il loro amore.
"Ti prego scrivi sempre, anche un pezzetto ogni giorno, più le tue lettere saranno lunghe, più ti vorrò bene - scrive Vittoria nella prima lettera dove, con straordinaria eleganza rivela la sua gelosia per il suo amore lontano - Mi raccomando non farmi arrabbiare troppo sei lontano e sei uomo, e gli uomini anche se sono sposati, si valgono di molti diritti quando sono lontani ma tu cerca di non abusare della lontananza…". Vittoria ha una penna brillante, Edoardo è uno scrittore più pragmatico ma capace di esprimere affetto. Ogni lettera diventa un legame che li tiene uniti, un riflesso del loro amore che cresce ad ogni frase condivisa. "Carissima, siamo ormai alle porte di Natale 52 e credimi non sono mai stato a terra cosi` di morale (...). Il giorno di Natale i miei amici sono andati a terra a fare mezza sbornia, io sono rimasto solo in tutta la nave a rileggermi le lettere vecchie siccome di nuove non ne avevo ricevute... ma cio non mi sgomenta perché io e te e la nostra Kiki da pensare che per me sono i momenti piu belli percio come vedi anchio non me la spasso come forse ti crederai te".
Sono determinati Vittoria ed Edoardo, affrontano le sfide della lontananza. "Mio caro, un nuovo anno cominciato e speriamo ci rechi un poco di fortuna, finora ne abbiamo avuta davvero pochina (…). L’unico pensiero bello nella mia vita è il nostro amore e la nostra piccina". La coppia e la piccola Kiki torneranno insieme nel novembre ’53: "Mia cara Mogliettina, questa e la mia ultima lettera quando la riceverai mancheranno pochi giorni al mio arrivo (...) non vedo lora di abbraciarti e baciarti". Finalmente uniti, lavoreranno nel negozio fino al 1972, anno di laurea della piccola "Kiki".