"Piano strutturale, serve cambiare". Valentini e i nodi dell’associazione

Rifondazione comunista dà il proprio parere e indica i pericoli.

"Piano strutturale, serve cambiare". Valentini e i nodi dell’associazione

"Piano strutturale, serve cambiare". Valentini e i nodi dell’associazione

"Ci vuole un cambio di passo". Un gruppo di cittadini di Montevarchi, tra cui l’ex sindaco Giorgio Valentini, ha presentato una serie di osservazioni al nuovo piano strutturale, chiedendo che lo strumento di pianificazione del territorio abbia una "vision" moderna ed europea, in linea con la transizione ecologica, partendo da una programmazione unitaria con le altre amministrazioni valdarnesi. E’ nata così una associazione – definita informale – dal titolo "Casa Comune Montevarchi". Tra i temi affrontati, quelli legate alle frazioni divise tra più comuni. Nelle settimane scorse il sindaco Silvia Chiassai Martini ha rilanciato l’idea di indire un referendum per i cittadini di Levane, Mercatale e Caposelvi, chiamati a decidere se stare con Bucine o con Montevarchi. "Non occorrono atti unilaterali di forza per annettere pezzi di territorio a danno di altri Comuni – ha spiegato l’associazione – Palazzo Varchi, per la sua funzione di guida, deve farsi promotore di un accordo tra le amministrazioni partendo da una programmazione urbanistica in comune, allo stato attuale del tutto assente".

Entrando nel merito di alcune osservazioni, per quanto riguarda le infrastrutture, per l’associazione sono del tutto assenti nello strumento di pianificazione. E partono le proposte. Occorre la prosecuzione di via Pacinotti e della rotatoria su via Marconi per completare un asse viario inter-quartiere che da viale Cadorna si snoda nella parte a monte della ferrovia. Serve realizzare un asse viario da via Pacinotti verso Levanella e dal ponte del Pestello verso la Ginestra, collegando i flussi provenienti da Mercatale e dal Senese. Un’ opera che, secondo l’associazione, deve essere collegata alla messa in sicurezza della frana nella zona dell’ex villaggio Ina-Casa. C’è poi la necessità di un ponte che colleghi le due sponde dell’Arno, all’altezza della rotatoria di via Leopardi, in prossimità dell’ospedale compatibile con il progetto della nuova viabilità in riva destra dell’Arno. Riguardo al corridoio infrastrutturale che collega il ponte Leonardo con il tessuto urbano, per l’associazione è necessario che non si intersechi a raso con viale Matteotti, in quanto costituirebbe un grave rischio di sicurezza. Quindi, in un primo momento, il collegamento dovrebbe confluire su via Piave e conseguente su via Podgora, proseguendo su via Calamandrei.

Marco Corsi