
Davide Pecorelli appena arrivato in Albania viene portato nel carcere di Tirana
di Fabrizio Paladino
Il giorno tanto temuto per Davide Pecorelli è arrivato: l’ex imprenditore e arbitro della sezione la scorsa notte ha iniziato il suo viaggio, stavolta non voluto, verso l’Albania. Dagli arresti domiciliari della sua abitazione di San Giustino, infatti, il 49enne padre di 4 figli è stato condotto dai carabinieri della Compagnia di Città di Castello all’aeroporto di Fiumicino e consegnato alle autorità albanesi per completare la procedura di estradizione. Pecorelli nella tarda mattinata di ieri è stato poi preso in custodia a Rinas dalle Forze Operative del DPB e trasferito negli Istituti di Esecuzione Penale di Tirana. L’ex imprenditore umbro come è noto dovrà scontare 4 anni di carcere per i reati di truffa, profanazione di tombe e ostacolo alla giustizia. Già arbitro di calcio – giunto fino alla serie A come quarto uomo – è accusato in primo grado dalle autorità del Paese delle Aquile di aver inscenato la propria morte a Puka circa cinque anni fa e condannato in primo grado dal Tribunale di Scutari a 4 anni di carcere sugli 8 richiesti dalla Procura; c’è da dire che l’indagato viene estradato dall’Italia all’Albania mentre si attende ancora il secondo e ultimo grado di giudizio in Corte d’Appello.
Il caso di Pecorelli è prima di tutto giudiziario: è infatti prevista per fine mese l’udienza difensiva con cui il suo avvocato straniero cercherà di dipanare le accuse a suo carico. Gli avvocati del 49enne, Massimo Brazzi e Andrea Castori, non potranno partecipare; non è escluso gli attuali difensori saranno affiancati da un avvocato del consolato italiano in Albania. A seguito della collaborazione tra le strutture omologhe Interpol Tirana e Interpol Roma, si è dunque conclusa la procedura di estradizione; il 31 marzo di quest’anno, dopo il Tribunale di Perugia in Italia, il Ministero della Giustizia italiano aveva confermato l’estradizione di Pecorelli in Albania. La decisione definitiva è stata presa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo che la Corte d’appello di Perugia aveva dato l’ok. Il motivo della messa in scena furono i debiti che aveva contratto dopo il fallimento della sua attività, e di lui si persero le tracce per molti mesi, finché non furono ritrovati in Italia, dove era alla ricerca del tesoro di Montecristo.
"Non ho paura. Sono preoccupato per la mia famiglia, i miei figli, mio padre e mio fratello disabile", aveva detto nei giorni scorsi l’ex arbitro annunciando la decisione del ministro Nordio. "Una decisione difficile da accettare – aveva aggiunto – mi fa pensare a un piano di persecuzione. Non ho mai negato di aver commesso reati in Albania e ho risarcito danni superiori al loro valore, come nel caso dell’auto che ho dato alle fiamme. Non ho precedenti penali e sono un ex ufficiale dell’esercito". Davide Pecorelli era scomparso dall’Italia nel gennaio 2021, quando aveva finto la sua morte in Albania per sfuggire ai creditori. L’auto a noleggio era stata trovata in fiamme a Puka con alcuni resti umani al suo interno. Fu poi rintracciato qualche mese dopo inei pressi dell’isola di Montecristo.