GAIA PAPI
Cronaca

"Passaggio a livello critico Dovrebbe essere chiuso"

Tft ne ha rimossi 140 dal 1990 a oggi: questo è da anni nel mirino dell’azienda "Ma a volte ci sono problemi tecnici insormontabili, altre il no degli enti locali"

di Gaia Papi

Erano più di 185 i passaggi a livello agli inizi degli anni ’90. Ne rimangono quarantadue, di cui 34 automatici. Ancora troppi secondo Tfti. "Il nostro interesse è chiuderli, per garantire la sicurezza del trasporto ferroviario e la scorrevolezza delle strade e del traffico" spiega Mario Banelli, direettore esercizio sia delle rete ferroviaria sia di Tft che di Lfi.

Ma il sogno di una chiusura totale si infrange con la realtà. "Sono ancora aperti quelli più complicati, che portano con sé costi enormi. E’ chiaro che il metodo da seguire è quello dei sottopassi, oneroso sul piano economico ma l’unico che possa compendiare le doppie esigenze del traffico e della circolazione ferroviaria" spiega. Se la chiusura di per sé sarebbe immediata e facile realizzazione, va da sé quindi che la difficoltà sta nel trovare e realizzare una viabilità alternativa. Le maggiori difficoltà si trovano, è ovvio, in quelli che sorgono in ambito urbano. Basta pensare a via Fiorentina, dove i binari sono stretti tra il torrente e le abitazioni. Altro snodo delicatissimo: quello di Pescaiola, in fondo a via Alessandro dal Borro, con a fianco gli spazi e le palazzine tecniche della ferrovia minore. Qua gli spazi sarebbero più ampi ma le possibilità di intervento sembrano al lumicino, quasi come in via Fiorentina.

Terzo punto critico quello sulla Setteponti, a pochi metri dalla multisala. Forse quello che ha maggiore possibilità di intervento: intorno aziende, locali pubblici, distributori. Ma anche campi e ampie aree di sfogo. "L’argomento sarà da affrontare a breve con l’amministrazione" continua Banelli.

Intanto Tft non si dà per vinta. "A luglio verrà eliminato il passaggio a livello di San Zeno sotto la direttissima, con la creazione di un sottopasso" spiega.

Situazioni risolte, altre in via di risoluzione, altre ancora forse mai risolvibili. E poi c’è una quarta categoria, quella di opere realizzabili, ma che incontrano l’opposizione e non riescono a raggiungere l’agognato traguardo.

Un esempio? "Ceciliano, lì c’è una rotatoria, c’è un sottopasso, quindi una viabilità alternativa al passaggio a livello. Insomma tutto sarebbe pronto per chiuderlo. E invece. Il no arriva dagli enti locali" spiega Banelli."Situazioni surreali di questo tipo ce ne sono diverse lungo la linea di nostra competenza" spiega.

"Anche Santa Mama sembra la storia infinita. E’ da venti anni che ne chiediamo la chiusura. E’ un punto molto pericoloso, stretto fra due curve e una discesa che in inverno spesso ghiaccia rendendo l’asfalto pericolosamente scivoloso" spiega. "L’incidente di ieri mattina è solo l’ultimo di una lunga serie. Fortunatamente le conseguenze per l’uomo alla guida dell’auto non sono state particolarmente gravi".

Nella zona ce ne erano ben due di passaggi a livello, quello lungo la statale è stato eliminato. "Ora tocca a questo. Forse riusciremo a chiuderlo con il completamento del lotto della variante.

Spero che i lavori per la costruzione del sottopasso possano partire prima possibile, le tempistiche? Tutto dipende se sarà necessario chiudere la linea o meno".

Altro punto annoso, Giovi. "Anche in questo caso c’era il progetto, c’erano i finanziamenti. Tutto sembrava pronto per la chiusura di, almeno, uno dei due passaggi a livello della frazione. E invece il progetto ora è stato pure eliminato dal piano triennale, quelle risorse le abbiamo quindi dirottate in un altro intervento".