Parrucchieri ed estetisti, l'anno ormai è compromesso

Chiusura prolungata e cassa integrazione, e sul futuro pesano mille incognite

Stocchi

Stocchi

Arezzo, 8 aprile 2020 - La totalità dei dipendenti, per chi li ha, è in cassa integrazione. E benché siano in tanti ad aspettare che parrucchieri ed estetisti tornino in attività, una buona fetta di guadagno è già andata persa. Soffre il settore anche se gli operatori si stanno già organizzando per il dopo. Lo spiega, ad esempio, Manuela Boncompagni (responsabile Confartigianato benessere): «Parrucchieri ed estetisti sono stati i primi a chiudere, alcuni anche prima del decreto di marzo, rendendosi conto di non riuscire a mantenere la distanza richiesta. Hanno dato alla categoria la possibilità di consegnare i prodotti a domicilio, ma c’è confusione, anche per l’impossibilità di usare l’auto propria. Molti sono già orientati alla riapertura, personalmente cercherò di organizzarmi per evitare assembramenti e mantenere le distanze». Roberta Pagni, titolare di «Le Visage», (è pure in Cna estetiste) spiega: «Mi dà noia il fenomeno dell’abusivismo in barba a tutte le prescrizioni. Il futuro è un’incognita ma chi ha un’attività piccola, senza dipendenti, ripartirà più facilmente. Io ho un negozio più strutturato è ho già accumulato un bel po’ di spese, la ripartenza sarà più difficile. Non abbiamo visto ancora i 600 euro per le partite Iva e la cassa integrazione non sappiamo quando arriverà e di che importo sarà». Paolo Berti di «Hairstylist I parrucchieri» (in Cna acconciatori): «Stiamo tentando di far rientrare la categoria tra quelle essenziali ma far passare il concetto è difficile. Poi si devono estendere gli orari di apertura: visto che quando riapriremo dovremo ricevere solo per appuntamento, magari un cliente alla volta, se potessimo tenere aperti di più, avremmo margini maggiori». Antonio Stocchi di «Blow Up» (nella foto, presidente nazionale di Cna benessere): «L’anno è già compromesso. Nel settore acconciature su 100 di fatturato, il margine per l’imprenditore è 23. Per l’estetica poco più. Nei mesi da febbraio a giugno si raggiunge quasi il 60% del fatturato annuale. Mettiamoci pure che tutto è fermo: i matrimoni, gli eventi. Quindi la situazione è molto complicata. Anche alla riapertura sarà tutto diverso e aumenteranno i costi, perché cambieranno le procedure di sanificazione dell’ambiente. Poi ci sono questioni aperte: con quali mascherine dovremo lavorare? Riusciremo a fare l’approvvigionamento?». Pier Luigi Marzocchi, del «Centro Estetica Barbara» di Ceciliano, nonché presidente di Confartigianato benessere: «Ci stiamo attivando per combattere l’abusivismo: non è solo concorrenza sleale, è un pericolo per la salute, invitiamo a non utilizzare questi canali. Per quanto riguarda il dopo, già utilizziamo particolari accorgimenti dal punto di vista sanitario, la sterilizzazione degli strumenti, attenzione all’igiene, un lavaggio accurato delle mani tra un trattamento e l’altro, non siamo del tutto impreparati. L’unico ostacolo è quello della distanza. Staremo a vedere quando sarà il momento della ripartenza. Che ci auguriamo comunque non vada oltre i primi di maggio»