
Il parcheggio di Santa Croce: l’area è proprietà di Marinella spa in liquidazione
Sviluppi sulla questione relativa ai parcheggi di Bocca di Magra – quello di piazza Santa Croce e quello di piazza XX settembre – sui cui da tempo è in corso un contenzioso che vede la Marinella spa, proprietaria delle aree, unitamente alla Ims, società terza cui era stata affidata dalla Marinella la gestione della sosta a pagamento, verso il Comune di Ameglia. Il Tar non ha infatti accolto il ricorso presentato sia dalla Marinella spa che dalla Ims.
Una situazione estremamente complessa quella relativa ai parcheggi per diversi anni gestiti direttamente dal Comune che li aveva resi gratuiti per la cittadinanza e che invece a partire dallo scorso giugno erano stati gestiti da Ims, per conto della Marinella, trasformandoli in stalli a pagamento. Se in un primo momento, a giugno 2024, l’amministrazione Galazzo aveva tentato di sospendere la prosecuzione dell’attività che vedeva la Ims gestire un totale di circa 300 stalli nella frazione di Bocca di Magra, facendo leva sul fatto che la scia fosse stata presentata dalla Marinella spa e non dall’effettivo gestore – Ims. Lo scorso 20 luglio il Consiglio di Stato aveva appurato che la società era in possesso dei requisiti per gestire le aree, facendo di fatto decadere l’ordinanza del Comune che precedentemente aveva invece sancito l’impossibilità per la società di continuare a esercitare l’attività. E anche il Tar ligure si era dapprima espresso sospendendo l’esecuzione di tutti i provvedimenti impugnati dalla Marinella, tra cui l’ordinanza di cessazione dell’attività di parcheggio a pagamento emessa dal Comune di Ameglia, così come quella contingibile ed urgente per il mantenimento della possibilità di accesso e di sosta veicolare di piazza Santa Croce e piazza XX settembre datata lo scorso 25 luglio.
Ma il Tar, nella sua ultima pronuncia, ribalta la situazione sostenendo che i ricorsi presentati dalle società ricorrenti che "nella parte in cui non sono improcedibili, sono infondati". "La pubblica amministrazione – si legge nelle conclusioni -ha il potere di verificare la sussistenza dei presupposti normativamente stabiliti per l’esercizio dell’attività commerciale. Nel caso in cui dia esito negativo, tale attività di controllo, priva di discrezionalità, sfocerà nell’adozione di un provvedimento inibitorio. Ne deriva che, anche per consentire la verifica in ordine al possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento della specifica attività commerciale, la scia deve essere presentata dal soggetto che la esercita concretamente, avvalendosi ove del caso dei servizi forniti da terzi". Questi i motivi per cui gli atti prodotti dal Comune sono quindi considerati legittimi. Quali potrebbero essere gli effetti della sentenza sulla stagione estiva ormai alle porte? Ancora troppo presto per saperlo, ma l’amministrazione Galazzo, da noi contattata, sta ragionando insieme a tecnici e all’avvocato Pardini, su quale possa essere la migliore strada da intraprendere.
Elena Sacchelli