Palio, calcetto e polemiche "Cambiano luogo e spese"

A un mese dal tradizionale torneo si passa da a 5 a 7 calciatori e cambio di sede. I Rioni accettano a malincuore anche se le regole di sicurezza lo impongono.

Palio, calcetto e polemiche  "Cambiano luogo e spese"

Palio, calcetto e polemiche "Cambiano luogo e spese"

di Simona Santi Laurini

Manca praticamente un mese al Palio dei Rioni e Castiglion Fiorentino veste già i colori della festa. Le attività rionali infatti sono più vive che mai con le tradizionali feste e gli eventi folcloristici, tra i quali "Piccoli in Piazza" del Terziere di Porta Fiorentina, la "Festa Medievale Biancoazzurra" del Rione Cassero e "Vicolo Divino" di Porta Romana. Ma non solo. Si entra anche nel vivo delle manifestazioni che conducono al 18 giugno, la terza domenica del mese, quando in onore alla Madonna delle Grazie si correrà il Palio.

Da tempo ormai anche lo sport è entrato nel calendario e, tra gli appuntamenti più attesi, c’è senza dubbio il cosiddetto calcetto dei rioni. "Il più strano di sempre" lo definiscono gli organizzatori stessi, vistisi costretti a traslocare dal palazzetto dello sport "Fabrizio Meoni" per approdare allo stadio "Emanuele Faralli". Il perché è presto detto: questioni di capienza. Non si può andare in deroga, la normativa sulla sicurezza, dopo Torino e dopo il Covid, è piuttosto severa, quindi l’unica soluzione è scegliere un luogo più capiente. Il che significa più grande e dunque, per adeguarsi ai nuovi spazi, è stato necessario anche trasformare il torneo di calcio a 5 in un torneo di calcio a 7. "L’intenzione, forte e condivisa da tutti e tre i Rioni, di salvaguardare la manifestazione è stata la prima e fondamentale spinta che ci ha convinto a prendere questa decisione – scrivono i rionali in un comunicato congiunto - decisione, inutile dire, sofferta che è arrivata dopo una serie di confronti serrati con le Istituzioni e i settori competenti, che si sono susseguiti in modo quasi frenetico nelle ultime 72 ore, in seguito alle disposizioni che hanno fortemente limitato la capienza del Palasport "Fabrizio Meoni", tagliando una grossa fetta di rionali dalle tribune".

E questo è solo il primo esempio di una burocrazia che mal si sposa con il mondo del volontariato e delle buone intenzioni, così almeno quanto trapela dagli ambienti rionali. Del resto, le norme ci sono e vanno rispettate. Anche se a caro prezzo. "I rioni convergono in un sentimento di generale rammarico per quanto sta accadendo al nostro Palio – scrivono ancora – il calcetto è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. I Consigli direttivi non intendono prevaricare normative e leggi e non si sono mai sottratti agli adempimenti burocratici richiesti, ma non possono non riconoscere le crescenti difficoltà che emergono nell’organizzazione di attività ed eventi". È la burocrazia dunque a finire sul banco degli imputati, le norme sulla capienza, i costi che lievitano per assumere stuart e vigilantes, obbligatori negli eventi con il pubblico. Non si chiede di andare verso la sagra dell’illegalità, per capirsi.Siamo di fronte ad un allarme, una richiesta di aiuto, delle difficoltà burocratiche che attanagliano il mondo dei rioni, fatto di volontari e di volenterosi, che chiedono di poter continuare ad animare la vita cittadina.