
C’è una notte del 1975 nella storia di padre Luigi Savi che lo lega ai tempi del terrorismo nero che faceva esplodere bombe contro i treni. Il frate dei Cappuccini morto a 87 anni convinse a costituirsi Luciano Franci, accusato e assolto per la strage dell’Italicus nel 1974 rimasta poi senza colpevoli. Padre Luigi Savi per cinquantanove anni è stato nel convento aretino diventato con lui punto di riferimento, per molti anni aveva anche insegnato religione al liceo scientifico Redi. La storia di cronaca che lo vede coinvolto inizia con una fuga il 15 dicembre 1975. Luciano Franci, estremista di destra, è in carcere per l’attentato ferroviario del 6 gennaio 1975 a Terontola. Quella sera evase dal carcere di Arezzo insieme agli altri detenuti Aurelio Fianchini e Felice D’Alessandro, quest’ultimo protagonista del delitto Gorgai, appena tre giorni dopo la sentenza che lo aveva condannato a 14 anni. I detenuti segarono le sbarre e scesero lungo il muro del carcere di San Benedetto con una corda rudimentale, ottenuta da due lenzuola e un copriletto.
I tre scappano a piedi: Franci temeva di essere riconosciuto e non teneva il passo. una volta giunto alla stazione, si staccò dal gruppo dei fuggitivi e, rimasto solo, raggiunse l’abitazione del sindacalista della Cisnal Valeriano Albiani. L’amico gli consentì solo di tagliarsi i baffi e lo mise alla porta, Franci, dopo aver passato la notte in un garage, raggiunse i campi vicini all’aeroporto. Girovagò fino alla sera del 16 dicembre quando, dopo aver rubato un ciclomotore, si rivolse per ricevere aiuto ai frati del convento dei Cappuccini dove era da qualche anno anche padre Luigi Savi. Avendo detto di essere un evaso, era stato convinto a costituirsi. Padre Luigi, allora quarantenne, aveva telefonato alle forze dell’ordine dopo aver convinto Franci.
La morte di padre Luigi, ieri pomeriggio i funerali, ha provocato un grande cordoglio nella comunità aretina. Nato a Collesalvetti, nel Livornese, era stato un giovane di buona famiglia con la passione per i viaggi e per la bella vita. A 28 anni la folgorazione mistica che lo porta a farsi frate. Dal 1963 ha lasciato il convento solo nel maggio 2021 per un problema polmonare: fu ricoverato nella pneumologia del San Donato. Il religioso ritornò dopo quaranta giorni al convento dei Cappuccini e fu felice di rimettersi a dire messa, finché il fisico gliel’ha concesso.
"Quando uno è non solo anziano ma anche malato ha bisogno di tutti e di tutto. In reparto abbiamo creato bei rapporti di amicizia – le ultime parole lasciate da Luigi Savi in un’intervista del 2021 a La Nazione – ho ormai vissuto molti anni e vorrei che le possibilità che ho avuto io le avessero anche gli altri. Nessuno dovrebbe sentirsi solo ma guardato da Dio e dalla comunità dove vive. Anche per questo prego ogni giorno".
Federico D’Ascoli