MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Nubi su Abb E-Mobility. A rischio 130 posti: domani lo sciopero davanti ai cancelli

Una fuoriuscita graduale da qui all’anno prossimo di tutti gli interinali. L’azienda cerca di abbattere i costi mandando a casa il 15% degli assunti. La mobilitazione è stata indetta dalle organizzazioni sindacali provinciali . .

Nubi su Abb E-Mobility. A rischio 130 posti: domani lo sciopero davanti ai cancelli

Nel bel mezzo di due vertenze ancora aperte, Fimer e Opificio Tecnologico di Terranuova, che tengono con il fiato sospeso centinaia di lavoratori e famiglie, adesso sembrano addensarsi nubi minacciose anche sullo stabilimento Abb E-Mobility di San Giovanni. Ebbene le maestranze del centro di eccellenza per la mobilità elettrica, inaugurato nel giugno del 2022 dalla multinazionale svizzero – svedese con un investimento di 30 milioni di dollari e specializzato nella produzione di stazioni di ricarica in corrente continua, domani sciopereranno per due ore, con manifestazione davanti ai cancelli del sito nell’area di Sant’Andrea. La mobilitazione è stata indetta dalle organizzazioni sindacali provinciali dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, da quelle che tutelano gli addetti somministrati Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp e dalle Rsu dopo l’annuncio della riorganizzazione aziendale causata dalla flessione del fatturato. Per abbattere i costi i vertici di Abb E-Mobility hanno previsto la fuoriuscita graduale da qui all’anno prossimo di tutti gli interinali, con contratto in scadenza e non, ovvero circa 130 persone, e una possibile riduzione del 10, 15 per cento dei 400 assunti in pianta stabile tra operai e impiegati.

In queste settimane gli incontri si sono susseguiti ma i sindacati non hanno ottenuto risposte soddisfacenti sulle strategie pensate per uscire dalla crisi, e l’illustrazione del piano industriale è stata posticipata a novembre, e soprattutto non è stata accolta la proposta di accedere agli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione, mai utilizzata finora dall’impresa, per gli occupati con contratti in somministrazione, mantenendo così in azienda personale formato e in grado di garantire la ripartenza fin da subito, e per gli eventuali esuberi tra i dipendenti diretti. Secondo i rappresentanti della Triplice non aprire a quest’ultima soluzione è un segnale preoccupante perché potrebbe voler dire che lo stallo non è temporaneo e non si prevede una ripresa dei volumi produttivi nel breve - medio periodo.

Peraltro dal dicembre 2022 oltre un centinaio di contratti somministrati non è stato rinnovato. Insomma, una doccia fredda per l’industria considerata punto di riferimento del comparto, capace di "sfornare" una stazione di ricarica rapida ogni 20 minuti grazie alle sue sette linee produttive e, grazie al settore Ricerca & Sviluppo che impiega 70 ingegneri, di studiare soluzioni innovative e software e strumenti di gestione. Domani sarà sciopero, allora, in difesa dei livelli occupazionali e per chiedere la riapertura del tavolo di discussione tra sindacalisti e direzione dell’azienda. I lavoratori si ritroveranno di fronte all’ingresso principale della fabbrica dalle 9 alle 11 anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vertenza. In contemporanea incroceranno le braccia gli addetti a turno giornaliero e nella fascia 6.20 -14, mentre i loro colleghi a doppio turno pomeridiano si fermeranno dalle 19.40 alle 21.40, i part–time della mattina dalle 9 alle 10 e un’ora a fine turno quelli del pomeriggio.