Da un lato la carenza di personale di cui soffrono da tempo le imprese, dall’altro secondo Unioncamere Toscana nei prossimi 5 anni si soddisferà solo il 60% della domanda di lavoro. Problema che Cna conosce bene. Sua Futurarti, l’indagine che Cna Arezzo sviluppa su scala provinciale rivolta sia alle imprese che alla popolazione scolastica, con l’obiettivo di rafforzare dialogo e comunicazione tra studenti e sistema produttivo per ridurre il mismacht tra domanda e offerta. "Il problema è trasversale. Non c’è un settore dei 44 che seguiamo, che non soffra la difficoltà di reperire nuove forze lavoro. L’oro è quello più colpito, ma anche il comparto delle costruzioni, quello della moda e della ristrutturazione in legno. Ma soffre anche il digitale" spiega Edi Anasetti, direttore Cna Arezzo.
"Ho 60 anni, quando abbasserò la saracinesca tutto il mio sapere cadrà nel nulla. Non ci sono giovani che hanno voglia di imparare e continuare il mio mestiere" spiega con un nodo alla gola Marco Valentini, artigiano falegname di Monte San Savino che da 38 anni porta avanti l’attività del babbo. "Sono in pensione da due anni, ma non trovo nessuno a cui tramandare". Non è esente dal problema il mondo edile. Mario Radicchi, 76 anni, titolare insieme ad un socio di una ditta nata negli anni ‘70: "Non si trova più muratori, avremmo bisogno di due persone, ma niente da fare. Risultato? Spesso siamo costretti a lasciare lavori importanti o a rallentare quelli in opera, scontentando i clienti, con il rischio di perdere i lavori" spiega. "Eppure anche il nostro lavoro si è evoluto, è tutto meccanizzato e gli stipendi non sono per niente male". Dall’edilizia all’informatica. Antonio Giani di Arezzo Informativa, azienda di 12 persone, nata 31 anni fa, da cinque è alla ricerca di due figure. "I ragazzi che vanno all’università puntano ad aziende più grandi della nostra" spiega. "Siamo costretti a rivolgersi a ditte esterne e partire Iva, risultato: regaliamo il 30% del lavoro, circa 300 mila euro l’anno".
Ga.P.