"Niente mascherina": e blocca il bus. Si pianta davanti per non farlo partire

L’autista gli chiede di indossarla, lui si rifiuta e inveisce, lei gli ordina allora di scendere dal mezzo. A quel punto fa di tutto per ostacolarla. Arrivano i vigili urbani a risolvere: ma la corsa è cancellata

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Arezzo, 18 settembre 2022 - "Deve mettersi la mascherina". L’autista, una donna, non si spaventa dal fisico del passeggero, tra l’altro in quel momento l’unico a bordo. E va fino in fondo. Anche a rischio di ritrovarsi in guai peggiori. Sono da poco passate le 14 di venerdì. Guarda caso proprio la giornata dello sciopero contro le aggressioni nei pullman e della giornata dedicata a questa priorità di sicurezza. Siamo in via Concini, al capolinea della "A+": e chi si ricorda ormai quale fosse la corsa di rito del precedente orario, delle linee che furono. Un signore sale a bordo e scatta la querelle. C’è chi dice fosse più estesa: che lui si lamentasse anche di non essere stato fatto salire dalla corsa precedente. E ce l’avesse a morte proprio con le nuove linee appena varate. Ma da Autolinee Toscane arriva la conferma che il contrasto era tutto sulla mascherina, il simbolo di una lunga stagione. Rimasta obbligatoria sul trasporto pubblico, autobus e treni.

Obbligatoria per tutti ma non per lui. In base alla ricostruzione fatta dall’azienda l’invito dell’autista è stato bellamente ignorato. No, di mascherina non si parla. Quindi? A termini di regolamento il passeggero deve essere invitato a scendere. Subito quando siamo al capolinea o alla fermata più vicina ove il mezzo sia in corsa. Ed è quello che l’autista al volante fa. Lui non ci sta. Protesta, inveisce, prende nel mirino la donna che dietro l’uniforme del trasporto pubblico gli impone di mettersi in regola. Sempre sul filo della ricostruzione il passeggero indispettito prima si sarebbe soffermato a protestare sul predellino, impedendo quindi la chiusura delle porte alle sue spalle. E poi, forse perché ormai fuori del mezzo, si sarebbe addirittura piantato davanti al pullman. Bloccandolo a braccia aperte, sullo stile del famoso studente cinese davanti ai carri armati.

Ma qui non ci sono cingolati di sorta. C’è un autobus, che alla fine è un servizio pubblico. L’autista, vista la mala parata, ha chiamato i responsabili del movimento, quelli che presidiano le corse. Che a loro volta hanno chiamato la polizia municipale, sempre sul pezzo. Vigili che al loro arrivo hanno identificato il passeggero, pur mancato, e permesso al pullman di ripartire. Ma a quel punto era troppo tardi per salvare la corsa, saltata come un tappo, in attesa di quella successiva.

Autolinee sta valutando per questo la denuncia per interruzione di pubblico servizio Mentre i sindacati vanno a dritto: era una giornata di protesta proprio per la sicurezza degli autisti. L’episodio non fa altro che dimostrare la bontà dell’obiettivo che si erano prefissi. E sono quindi pronti a ripartire con altre giornate di protesta. Mollano gli indugi e gettano la maschera: la mascherina no, è obbligatoria a bordo anche per loro.