Negozi in crisi, altro stop: "Rincari e online mix micidiale"

Il titolare, un quarantenne, costretto alla scelta definitiva. "Per me era casa. Hanno pesato gli acquisti su internet nel lockdown"

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di Gaia Papi

La pandemia prima, poi il boom delle vendite online e un altro negozio va in ginocchio. La storia si ripete, stavolta siamo in piazza Giotto dove quattro anni fa Enrico Vaiani aveva aperto il suo "Il Guardaroba". Un piccolo negozio di abbigliamento da uomo, all’angolo con via Michelangelo da Caravaggio, che già dalla strada si faceva notare per la cura e la particolarità delle vetrine. Nell’insegna un elegante uomo, d’altri tempi; all’interno un quarantenne, con tanta esperienza e una grande passione per il suo lavoro. Ma i tempi che viviamo, dimostrano che spesso esperienza e passione non bastano. "L’amarezza è tanta - dice Enrico che racconta a noi e a Teletruria – perché ho aperto nel luglio 2019. Quanto stava per accadere è storia. A marzo scoppia la pandemia, sono rimasto chiuso tre lunghissimi mesi. Quando ho riaperto è stata dura. Avevo avuto poco tempo per far conoscere "Il Guardaroba". Eppure, non si scoraggia. "Sono andato avanti, ho utilizzato anche web e social per farmi pubblicità, ho fatto investimenti e mi sono nuovamente indebitato". Nel 2021 gli affari vanno bene, contro ogni previsione. "Il problema arriva nel 2022, quando pensavo di essermi assestato. Invece è l’anno del declino", spiega. E così, dopo la pandemia, arriva uno degli effetti scatenati nel mondo del commercio: le vendite online.

"I miei clienti, tra i 18 e i 40 anni, durante il lockdown hanno fatto solo acquisti online. Quando i negozi hanno riaperto, ormai l’abitudine era consolidata. Fare acquisti online è diventata una prassi. E infatti molti di loro non li ho più visti in negozio" continua. Enrico ha provato a dedicarsi "all’e-commerce. Ci ho investito molto, denaro e tempo, ma niente". Così dal 4 gennaio le belle vetrine de "Il Guardaroba" sono state tappezzate da cartelloni che ne annunciavano la liquidazione totale per cessata attività. "Il negozio per me era casa. La chiusura la reputo una sconfitta che proprio non mi va giù".

Ma Enrico ha già proposte che valuterà con calma quando avrà definitivamente chiuso il suo angolo. "Hanno pesato anche gli aujmenti delle materie prime e delle bollette. Senza contare che siamo massacrati da tasse e contributi. Difficile, soprattutto per un giovane che cerca di farsi da solo, riuscire ad andare avanti con un’attività, nonostante ci metta tutto il cuore e la professionalità del mondo".