Muore dopo una caduta alla Rsa: la famiglia parte con le denunce

L'anziano si era spento alla Gruccia il giorno di Natale. "Un tragico incidente" dicono i gestori della residenza. "Assenza di vigilanza" replicano i figli

Un'ambulanza in azione

Un'ambulanza in azione

Arezzo, 12 marzo 2016 - «Un tragico incidente» per la residenza sanitaria assistita. «Assenza di vigilanza» per i familiari che ipotizzano addirittura l’omicidio colposo. E’ l’accusa con cui i parenti di un anziano di Bucine, Mario Dini, morto il giorno di Natale del 2015, hanno chiamato in causa la Rsa di Terranuova, presentando ieri in Procura una denuncia-querela contro direttore, coordinatore responsabile, referenti del personale al lavoro il 16 dicembre.

In quella notte l’uomo, 79 anni di San Leolino, malato di Alzheimer e di altre patologie, finì alla Gruccia dopo una caduta dal letto. Inammissibile, secondo i due figli che un mese prima della tragedia avevano scelto di ricoverarlo nella struttura pubblica, gestita dalla Cooperativa Sociale «Elleuno Scs».  «Un episodio accidentale», avevano risposto dall’Rsa.

Le condizioni di salute del pensionato, poi, hanno subito un tracollo fino alla morte. L’effetto, dicono i familiari, di quanto accaduto in precedenza, quando in assenza di adeguata sorveglianza del personale l’anziano era caduto. Toccherà alla magistratura chiarire. Con una nota ufficiale la Cooperativa precisa che «l’ospite aveva gravi deficienze cognitive e pronunciata tendenza al wandering (ipercinesi). In seguito alla denuncia sporta dai familiari è stata avviata un’accurata istruttoria volta ad accertare l’assenza di responsabilità del proprio operato. Il tutto al fine di sgomberare il campo da ogni dubbio che non sia stato fatto il possibile per salvare l’uomo».