Morti nello schianto: la dottoressa e l'operatore sanitario non avevano la cintura

Lei in servizio al distretto di via Guadagnoli e poi alla medicina legale della Usl. Entrambi in pensione. Il dato allarmante: 3 vittime in 20 giorni senza strumenti di sicurezza

L'incidente mortale dopo Ceciliano

L'incidente mortale dopo Ceciliano

Arezzo, 26 novembre 2019 - Non avevano le cinture Claudia Babbini e Paolo Fatucchi, i due compagni, lei medico a riposo, lui pure pensionato della sanità, morti nell’apocalisse di Ceciliano, il gigantesco scontro in cui sono rimaste coinvolte quattro auto con altri cinque feriti, due dei quali gravissimi. Secondo i primi rilievi, anzi, le cinture erano allacciate alle spalle, in modo da evitare il fastidioso rumore che fanno ormai tutte le auto delle ultime generazioni quando questo strumento di sicurezza non è in funzione.

Non lo scriviamo per dare alle vittime le colpe che non hanno: del frontale loro sono stati gli involontari protagonisti, è stata l’altra vettura, la Ford Focus sulla quale viaggiavano cinque dominicani che correvano verso una camera ardente a Giovi, a buttarsi sulla corsia opposta per evitare un improvviso rallentamento della colonna e un inevitabile tamponamento.

Da questo punto di vista, l’unica colpa di Claudia, che era al volante, e di Paolo, che le stava a fianco, è stata di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E tuttavia siamo a tre morti in meno di venti giorni senza cinture. La dottoressa Babbini e Fatucchi dopo Helenia Rapini, la giovane dipendente dell’Enpa uccisa in a Ristradella.

E’ un dato allarmante perchè dimostra come ancora, a più di trent’anni dall’introduzione dell’obbligatorietà, in troppi ancora rischiano, con comportamenti imprudenti che si riflettono sulla loro vita e su quelle altrui. Forse non sarebbe bastato lo stesso a salvare il medico e l’operatore sanitario in pensione, tanta è stata la violenza di un impatto nel quale si sono sommate le velocità delle due vetture, ma non è detto.

Fonti investigative fanno notare come i dominicani, nonostante la forza dell’urto, si siano salvati, anche perchè indossavano le cinture. Le auto di oggi hanno una cella di sopravvivenza pensata per resistere anche in condizioni estreme. Se la morte di Claudia e Paolo serve almeno di lezione, sarà stata meno inutile. Il resto è appunto la cronaca di due vite perdute.

La dottoressa Babbini, 66 anni, pensione da un paio, aveva speso un’intera carriera dentro la Usl, prima al distretto di via Guadagnoli e poi alla medicina legale di via Curtatone, dove la ricordano come una collega efficiente e cordiale. Tanti la ricorderanno perchè aveva fatto parte a più riprese della commissione patenti.

Paolo Fatucchi, 70 anni spesi quasi per intero in zona Giotto, era un medico mancato, che dopo aver frequentato medicina all’università era comunque rimasto nella sanità. I due non lasciano figli e neppure familiari stretti, solo qualche parente e amico che la Polstrada ha fatto fatica a rintracciare.

Ormai si aspetta solo il via libera per i funerali. Abel Lopez, 53 anni, il dominicano al volante, sarà inevitabilmente indagato per omicidio stradale plurimo, ma le cinture di sicurezza mancanti gli lasciano lo spazio di qualche attenuante. La 71 è già una strada assassina, se c’è anche l’imprudenza il cocktail diventa incontrollabile.