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Morti all’Archivio, perizia sull’impianto L’esperto: "Norme violate sull’antincendio"

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"Nella centralina antincendio dell’Archivio di Stato le norme erano state violate". La ricostruzione del funzionamento dell’impianto da parte del consulente del Pm, ingegnere Antonio Turco, ieri è stato al centro dell’udienza sulla tragedia che il 20 settembre 2018 portò alla morte di due impiegati, Filippo Bagni e Piero Bruni. Il tecnico ha ripercorso l’evento a partire dalla realizzazione dell’impianto stesso sul quale ha mosso serie critiche. Sarebbe stato realizzato in modo improprio e la manutenzione non sarebbe stata adeguata. Anzi, talvolta, anche omessa, ha spiegato. Nello specifico: la valvola di sfogo, quella di sicurezza, sarebbe stata realizzata in modo improprio. Non ci sarebbe stato uno scarico esterno, mancanza che avrebbe causato l’evento. Il consulente i ha spiegato quindi che all’origine dello scoppio che ha causato la morte dei due impiegati ci sarebbe stata una totale sottovalutazione del pericolo. "E’ emerso che le norme sono state violate", ha spiegato l’avvocato Piero Melani Graverini, insieme a Luca Fanfani, a difesa delle parti civili.

"Si dovrà attendere l’istruttoria dibattimentale per capire chi, quelle norme, le ha violate in concreto e chi, quindi, è il responsabile di quanto accaduto". Da qui a luglio sarà fitto il calendario degli appuntamenti in tribunale, la prossima udienza il 23 febbraio. Era mattina quando i due impiegati udirono l’allarme antincendio e accorsero a verificare cosa stesse succedendo. Filippo Bagni fu il primo a scendere le scale che portavano al seminterrato dove si trovava l’impianto. Piero Bruni lo seguiva. Le telecamere interne dell’archivio li hanno inquadrati mentre imboccavano le scale. Cosa avvenne là sotto è oggetto di ricostruzione.