Morsa neve: altezza fino a un metro Scuole chiuse, E45 a lungo bloccata

Senza lezioni Badia, Chiusi e Sestino. Arteria in codice nero, uscita obbligatoria a Sansepolcro. Fiocchi in città. Case isolate raggiunte con la turbina. Torrino e Scopetone sbarrati a lungo. Catene per la Consuma

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di Alberto Pierini

AREZZO

Un muro di neve. Polvere di neve. In città i fiocchi si presentano timidi poco dopo le 11: danno l’impressione di voler fare sul serio ma in realtà si sciolgono sull’asfalto, già intriso dalla pioggia dei giorni scorsi. A Badia Tedalda e a Sestino le misurazioni sul cumulo bianco toccano quota un metro. Blocchi di neve che nelle case basse arrivano alle finestre e in una buona parte della provincia trasformano il panorama. E moltiplicano i disagi.

Il campanello d’allarme più fragoroso arriva dalla E45: codice nero, equivale alla chiusura completa dell’arteria, sia pur solo in direzione nord. Si alterna al rosso, quello del prefiltraggio sui mezzi dotati di catene o gomme termiche, ma poi risprofonda nel nero. Il fronte "di fuoco" è quello della Romagna, inutile far entrare chi vuole sfidarlo. E in serata scatta l’obbligo di uscita a Sansepolcro per chiunque proceda nella direzione del Verghereto. La situazione migliora, a quanto filtra ad ora tarda, ma la segnaletica a terra, dopo il pur provvidenziale passaggio degli spalaneve, è quasi cancellata. Si attende il ripristino per ripristinare un cambio di carreggiata. Nell’attesa la superstrada resta chiusa, i suoi frequentatori in trappola.

Nella stessa condizione di chi a lungo avrebbe voluto imboccare la via del Torrino, la 73: un altro camion intraversato paralizza la circolazione. Qui come dappertutto la mobilitazione di vigili del fuoco, protezione civile, municipale nel caso di Arezzo riescono a ripristinare il transito, dopo le 15. Ma non la normalità: lo Scopetone resta chiuso, la salita a Poti interdetta, specie dopo quello che è successo domenica, con i curiosi in missione a intraversarsi goffamente dappertutto.

Il muro si alza come una torre nell’alto Casentino e soprattutto nell’alta Valtiberina. Il metro di Sestino e di Badia si traduce in strade fatalmente ad ostacoli. Anche perché dove non arriva la neve arrivano le piante spezzate dal peso.

A quel punto ti puoi far sotto solo con le motoseghe, tagliando quello che ingombra la sede stradale e ti impedisce di raggiungere casa, la tua o quella di chi devi soccorrere.

Salta la corrente elettrica, ci conferma il sindaco di Badia Alberto Santucci, in una serie di frazioni: Rofelle, Fresciano, Ca’ Raffaello. E dalla parte di Sestino, ci segnala il sindaco Dori, San Gianni come spesso succede è ancora isolato: dopo pranzo il suo pugno di abitanti è raggiunto e messo al sicuro. Dove arriva il black-out si spegne anche il riscaldamento, se non per chi viaggia sulle stufe a legno. Cominciano a saltare anche i collegamenti telefonici, con conseguenze che vi raccontiamo a fianco.

Il metro di neve è rilanciato con forza dal Governatore Eugenio Giani, si ferma intorno ai 50 centimetri a Badia Prataglia, sul lato casentinese.

Mentre cedono altri valichi: oltre alle E45 viene chiusa la Viamaggio, la tortuosa alternativa ai collegamenti tra l’aretino e la Romagna.

In Valdichiana imbiancate anche Cortona e Castiglion Fiorentino: non un velo ma qualcosa di più, di sicuro sufficiente a moltiplicare i disagi nei centri storici spesso in pendenza.

Nel Pratomagno resta chiusa la strada panoramica. Agli appelli che si moltiplicano a non muoversi se non per stretta necessità si unisce quello del presidente della Provincia Alessandro Polcri, il primo della sua carriera in fascia blu. Transitabili il passo della Calla e quello della Consuma ma in questo caso solo con catene montate.

Le scuole di almeno tre comuni, Badia Tedalda, Sestino e Chiusi della Verna, continueranno a rimanere chiuse anche oggi. Il quadro meteorologico è in miglioramento ma l’allarme per il ghiaccio si incrocia a quello declinante della neve. E potrebbe fare ancora più male. Mentre il rumore fragoroso delle turbine prova ad aprirsi un varco nel muro bianco che cresce dappertutto.