
Moda, quel volo tra export e Maison Benvenuti alla Silicon Valley del lusso
di Lucia Bigozzi
Dentro il made in Italy, c’è il made in Arezzo. Un 2022 da incorniciare dicono i numeri dell’export di casa alla conquista del mondo. Non solo oro. La moda del distretto aretino è in questo momento uno dei motori trainanti dell’economia. Con un valore aggiunto che si riverbera su tessuto produttivo e occupazione. La provincia aretina si va affermando sempre più, specie negli ultimi anni, come la "Silicon Valley" della moda di alta qualità con i settori tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature che chiudono il 2022 con il segno positivo e un trend di crescita costante.
Lo certificano i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Arezzo e Siena. Nel settore tessile, i numeri al 31 dicembre scorso, segnalano un incremento dei fatturati pari al 19,4 per cento rispetto al 2021 che, in valori assoluti, supera i 40 milioni di euro. In testa ai Paesi verso i quali il comparto esporta i prodotti made in Arezzo ci sono la Romania (+26,4%), la Francia (+35,2%) e la Tunisia (+78%). Sulla stessa lunghezza d’onda i numeri che raccontano l’andamento degli affari nel settore abbigliamento. Qui il dato complessivo dell’export registra un +12,7%, con la Francia in testa ai Paesi che comprano di più (+45,4%) seguita da Germania )+37%) e Spagna (+37,7%). Bene anche il comparto pelletteria-calzature con esportazioni in ascesa del 14% e con la Francia che si conferma primo Paese (+85%). Seguono Germania (+40,4%) e Spagna (74,5%).
Se le esportazioni volano, il made in Arezzo è anche cartina di Tornasole della presenza, sempre più strutturata, di grandi brand della moda che scelgono le aziende artigiane per qualità della manodopera e competenza della classe imprenditoriale che forma una rete di piccole e piccolissime aziende, spesso a conduzione familiare, ricercatissime dalle Maison decise a reinvestire in Italia. I dati dell’ente camerale al dicembre 2022 registrano la vitalità del comparto moda nel suo complesso.
Su 121 imprese del tessile (932 dipendenti), la maggiorparte sono concentrate tra la zona alle porte della città (34) e il Valdarno (30), seguono Valltiberina e Casentino (21), chiude la Valdichiana con 15 realtà produttive. Nell’abbigliamento lavorano 532 aziende con 4.400 dipendenti. Anche qui la fetta più grande è divisa tra Arezzo (205 aziende con 1517 addetti) e Valdarno (131 stabilimenti con 1053 lavoratori). Infine, le imprese di pelletteria e calzature sono 357 e danno lavoro a 4.214 dipendenti. Qui la parte del leone la fa il Valdarno con 210 aziende che danno lavoro a 2893 persone; segue Arezzo con 101 stabilimenti e 982 dipendenti, la Valtiberina con 17 fabbriche e 97 addetti, la Valdichiana (15 imprese, 165 lavoratori) e il Casentino (14 unità imprenditoriali e 77 addetti). Un focus meritano le cosiddette "localizzazioni", ovvero insediamenti produttivi indipendentemente dal luogo della sede, perchè è qui che si concentra la presenza, ormai strutturata, delle grandi griffe che collaborano con gli artigiani aretini. Un esempio: su 633 imprese di abbigliamento 1133 sono nell’area aretina e 600 in Valdarno. Che mantiene il primato provinciale nel settore pelletteria e calzature con 278 aziende e quasi tremila dipendenti.