LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Migranti: l’esodo sfiora 700 arrivi. Centri al completo, l’incubo tende

Quasi duecento persone accolte in provincia in un mese e mezzo. Il prefetto: "Servono altre strutture"

L’emergenza migranti non si arresta. Migliaia di persone in fuga dalla morte, premono in cerca di salvezza. Lampedusa scoppia, il governo corre ai ripari e dispone i trasferimenti ma intanto, le prefetture, avamposti sul territorio, cercano strutture in grado di garantire l’accoglienza necessaria. Non è facile ed è una corsa contro il tempo. I numeri crescono e le previsioni nei giorni che verranno, segnalano nuovi sbarchi sulle coste italiane e nuovi arrivi in provincia di Arezzo. I dati aggiornati descrivono il quadro complessivo: a livello provinciale sono 693 i migranti accolti nei 54 Cas.

A questi si aggiungono i dieci centri che dallo scoppio della guerra sono diventati una casa temporanea per chi è scappato dalle bombe o ha perso tutto tra le macerie dei palazzi sventrati. Famiglie che attendono di rientrare nel loro Paese e che qui, hanno trovato l’umanità dell’accoglienza e un posto al sicuro.

Tornando ai migranti, c’è un dato che indica l’escalation di arrivi anche nella nostra provincia. Nell’arco di un mese e mezzo, dal primo agosto al 15 settembre, sono stati 189.In altre parole, quasi duecento persone in poche settimane. Nella trincea dell’emergenza, il prefetto Maddalena De Luca, è riuscita a individuare in un lavoro meticoloso e certosino di mappatura, gli edifici disponibili e adatti a ospitare chi arriva senza niente,, in tandem con i Comuni e le associazioni del terzo settore. Ma non basta. E le previsioni a breve, indicano un incremento dei numeri. Se il totale degli sbarchi che hanno riguardato la provincia aretina finora si attestava a quota venti, nei prossimi giorni sono attesi altri 52 migranti, destinati qui da tre nuovi sbarchi nelle coste della Sicilia. Sommando il totale comprensivo anche della quota in più di migranti dati in arrivo, il totale sale a 750. Probabile che da qui alla fine dell’anno si tocchi quota mille.

I minori non accompagnati sono diciannove: adolescenti messi sui barconi, via dalle famiglie e in balia del mare, in un viaggio della speranza che spesso si trasforma nella tradotta della morte. Le cronache riportano numeri da brivido, come in un bollettino di guerra. Senza fine.

Il prefetto De Luca non molla nella ricerca di altre strutture, oltre a quelle già a messa a disposizione dalla rete del pronto intervento istituzionale. Perchè di fronte all’emergenza che sale, gli edifici che fino a questo momento accolgono e proteggono, sono al completo. La "caccia" va avanti, senza sosta, ma dietro l’angolo c’è il rischio che tutti, qui, vogliono scongiurare: il ricorso alle tendopoli. A cominciare dal prefetto De Luca: "Personalmente considero l’ipotesi delle tende l’estrema ratio perchè ritengo che l’accoglienza dei migranti debba essere dignitosa e va garantita attraverso un sistema a rete di ospitalità diffusa nel territorio. Ma per evitare l’ipotesi del ricorso alle tende che a me non piace, è necessario reperire altre strutture perchè quelle attuali non sono più sufficienti a fronteggiare l’emergenza sbarchi".

De Luca lo ripete e nell’articolazione del concetto, è come se rilanciasse il messaggio ai sindaci affinchè la collaborazione istituzionale allarghi ancora di più le maglie. "In caso contrario,sarò costretta, mio malgrado a prendere in considerazione anche l’ìpotesi delle tende".

È un passaggio forte nella proiezione di ciò che potrebbe accadere e rimanda a scene già viste. In ballo, ancora una volta, ci sono persone, vite umane.