Metano a 2 euro al chilo La carica degli scontenti

"Divevano che così si risparmiava e invece ad Arezzo costa più della benzina". Automobilisti si riforniscono tra Bibbiena e Perugia per risparmiare

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di Dory d’Anzeo

"Va bene ti fai la macchina a metano, così risparmi dicevano. Una volta che avrai finito di pagarla praticamente viaggerai con un costo bassissimo. Bene, il mese scorso ho finito di pagarla. Ora il metano costa più della benzina". È tristemente ironico Mattia Goti, ma dietro le battute e il sorriso si nasconde una grande amarezza: "In realtà sono inferocito, e una cosa è certa: ad Arezzo non farò più riformimento. In questi giorni mi trovavo a Perugia e ho fatto il pieno lì, inoltre ho visto che a Olmo c’è un distributore di metano con i prezzi ancora ragionevoli, mi devo organizzare perché di certo non voglio pagare 2 euro al chilo il rifornimento".

La storia di Mattia è comune a quella di molte altre persone che avevano scelto di alimentare la propria auto con quello che era il carburante più ‘verde’ ed economico. Tra gli arrabbiati c’è anche Alan Bigiarini, volto noto della comicità aretina: "Sono casentinese, ma mi trovo spesso ad Arezzo per lavoro e fino a pochi giorni fa facevo rifornimento quasi sempre qui, anche perché nella vallata il servizio ha orari più ristretti. Da venerdì, invece, metto il metano solo a Bibbiena e dirò di più: anche per la benzina evito i distributori che praticano quei prezzi sul gas. Non trovo giustificabile un incremento del genere, preferisco andare altrove".

Per Bigiarini, insomma, i conti non tornano: "Ritocchi al rialzo ci sono stati, perché la materia prima costa di più, ma il raddoppio è inaudito. In questo modo, avere una macchina a metano non conviene più, ci sono dei costi, tipo la revisione delle bombole da fare periodicamente, che la rendono un lusso". Per Giacomo Maggi l’aumento era inevitabile: "Dopo due anni di pandemia e tutto quello che è successo a livello geopolitico, ce lo potevamo aspettare, ma non in questi termini, così è una bella batosta". Anche per Maggi sono iniziati i ‘pellegrinaggi’ verso i distributori meno cari: "Mi sembra d’obbligo cercare di capire dove si risparmia, come mi sembra giusto informarsi sui motivi che hanno causato questi rincari. Soprattutto, vorrei sapere se è un fatto momentaneo, oppure no. Chi ha un’auto a propulsione unica, stando così le cose, ha avuto una bella fregatura. Per chi ha il doppio serbatoio ci sono tanti altri ragionamenti da fare, in primo luogo capire con quale tipo di propulsione la macchina si muove meglio e comportarsi di conseguenza". Giovanni Conti ha smesso di fare rifornimento ad Arezzo: "Una volta a settimana vado a trovare i miei genitori a Bibbiena e ho deciso che farò il pieno lì. Idem per la benzina, non andrò a rifornirmi dove vendono il metano a quei prezzi. Un aumento così indiscriminato mi fa pensare che ci sia altro dietro, non voglio alimentare questa spirale. Vanno bene le oscillazioni ma qui si rasenta la presa in giro". Nella schiera degli arrabbiati c’è anche Simona Ferrini, in famiglia una delle auto è a gas, quella del figlio: "Per ora andremo al distributore di Olmo, e cercheremo di viaggiare a benzina il più possibile.

Prima incentivano il metano perché fa bene all’ambiente, e poi raddoppiano i prezzi, siamo senza parole". Intanto, gli onorevoli D’Ettore, Mugnai e Baldini sulla vicenda hanno presentato un’interrogazione in Commissione attività produttive della Camera.

Chiede che "il Ministero analizzi le cause che hanno spinto il prezzo del metano a più di 2 euro e le ragioni per cui tale incremento ha interessato solo la parte centro-nord dell’Italia". I deputati chiedono "quali urgenti iniziative intenda assumere per contenere il prezzo". Un’intera città aspetta risposte. Sul punto inteviene il consigliere regionale Gabriele Veneri: "La Regione valuti l’opportunità di convocare un tavolo per calmierare il prezzo del metano".